FRA MENO di una settimana, nella giornata di giovedì, dovrebbe essere ufficializzata la composizione della nuova giunta municipale dopo l’azzeramento da parte del Tar dell’Umbria a seguito del ricorso relativo alle ‘quote rosa’. Ma potrebbe rimanere deluso chi si attende la presenza di una o più donne all’interno dell’esecutivo.
«La situazione è al vaglio delle forze politiche di maggioranza, ma penso che la sentenza del Tar sia favorevole a quanto da noi fatto per il varo della giunta — dice il sindaco Claudio Ricci —. Secondo le leggi vigenti e lo statuto non si è obbligati a nominare in giunta una nonna; viene invece rilevata dal Tar una carenza di motivazioni negli atti di nomina rispetto al mancato inserimento di una donna nell’esecutivo». Ricci, in teoria, potrebbe scegliere di riproporre la stessa giunta portando argomentate motivazioni. «MA RICCI pensa realisticamente di riuscire a dimostrare che nessuna delle 15 donne candidate nelle liste in appoggio alla sua candidatura, una delle quali eletta e attualmente chiamata a presiedere il Consiglio, sia in grado di ricoprire la carica di assessore? E’ possibile che tale ricerca abbia esito negativo anche guardando nell’area politica che gravità attorno alla maggioranza che lo sostiene?» incalza Federico Masciolini, segretario comunale del Pd, che chiede il rapido ripristino della funzionalità della macchina politico-amministrativa. «Una decisione in tale senso comporterebbe la prosecuzione della nostra battaglia di civiltà e metterebbe in luce il vero problema politico dietro a questa vicenda: la giunta appena decaduta è stata il risultato di un delicatissimo equilibrio tra le forze di maggioranza che tiene conto non solo dell’attuale mandato, ma anche del prossimo e del futuro percorso politico del sindaco Ricci fuori da Assisi. Quella che si gioca è una battaglia interna alla maggioranza in cui a coloro che non hanno mai digerito la composizione della squadra di governo si aggiungono coloro che già pensano al dopo Ricci ed lo stesso sindaco già con la testa alle prossime scadenze elettorali». «La riproposizione della stessa giunta sarebbe un insulto alla legalità e allo stesso Tar e ci costringerebbe ad iniziative clamorose, sia a livello locale che nazionale — rincara la dose Carlo Cianetti, primo firmatario del ricorso — A quel punto sarebbero il Prefetto e lo stesso Ministro degli interni a doversi pronunciare».
Maurizio Baglioni

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