ASSISI IL SINDACO RICCI CONFERMA LA DECISIONE DEL COMUNE DOPO IL SIT-IN DEL CONSAP «LA DECISIONE definitiva di realizzare la sede del commissariato nei magazzini ex vigili urbani, in viale Umberto ad Assisi, è stata presa dopo molti incontri fra Comune, dirigenti della Polizia e tutte le sigle sindacali, sia prima che dopo le recenti amministrative comunali». Così Claudio Ricci, sindaco di Assisi, all’indomani dal sit-in organizzato dalla Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap) nella città di San Francesco, con i vertici nazionali e regionali, per evidenziare ancora una volta le difficoltà che presenta la sede attuale, in piazza Santa Chiara, e dire un secco no alla proposta avanzata dal Comune di volere portare il commissariato negli ex magazzini comunali.«Non ci perderemo in parole e polemiche e, come già detto, realizzeranno la nuova sede al massimo alla metà del 2013», aggiunge il primo cittadino che appare più che mai fermo in questa scelta.Dal canto suo la Consap aveva anche proposto, una volta bocciata l’idea del Comune, di dar vita ad un posto fisso di Polizia nel centro storico, con una necessità d spazi quindi minima, e di individuare una sede funzionale in altra zona. Per una vicenda che ha visto scendere il campo anche Carlo Cianetti, capogruppo del centrosinistra. «Ridimensionare, minimizzare e continuare a dire che tutto è a posto, come fa il sindaco, non è condivisibile — dice Cianetti —. E’ la stessa tecnica che si sta usando rispetto alla sede della Polizia. Da anni si continua a dire che il problema verrà risolto ma a quel che si sa tutto è in alto mare e le sistemazioni proposte dal Comune non sembrano adeguate alle esigenze. Esprimiamo in questa sede la nostra solidarietà agli agenti e a tutto il personale della Polizia che oggi hanno deciso di inscenare una forma di civilissima protesta — conclude l’esponente dell’opposizione —: noi faremo la nostra perché il problema venga risolto prima possibile». Parole che trovano il sindaco pronto alla risposta: «Cianetti continua a criticare senza conoscere i fatti». Maurizio Baglioni
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