UN COMUNE FANTASMA per le relazioni semestrali di monitoraggio. Eppure Rocca Sant’Angelo è uno dei tanti gioiellini umbri che il terremoto del 26 settembre 1997 ha colpito. Meriterebbe una ricostruzione che ne permetta lo sviluppo, al pari delle altre cittadine che hanno subito i danni del sisma. Eppure viene nominata una sola volta nelle 21 relazioni semestrali pubblicate dall’Osservatorio sulla ricostruzione della Regione Umbria. Sarà per lo spopolamento che ha subito negli scorsi decenni, ma sembra che venga considerata una realtà meno importante delle altre, prima fra tutte la curatissima Assisi. I roccaioli sono emigrati in massa al nord negli Anni Sessanta: «Ormai Carmignano (vicino a Torino) è una seconda Rocca Sant’Angelo, sono rimasti tutti lì» dicono con un po’ di rammarico, ricordando i vecchi fasti.  MA I SUOI 27 residenti non ci stanno ad essere ‘figli di un dio minore’. Le cose cominciano a muoversi quando arrivano due nuovi abitanti con le loro bambine. Carlo e sua moglie ritrovano nella piccola frazione di Assisi la tranquillità e ‘l’aria buona’ che cercano. Così decidono di trasferirsi. L’accoglienza è quella che ha reso nota la popolazione umbra, eppure c’è qualcosa che i nuovi arrivati non digeriscono proprio. Così comincia il loro andirivieni fra i vari uffici che dovrebbero occuparsi del territorio di Rocca Sant’Angelo. Ognuno li ascolta, ma nessuno sa dare loro una risposta. Carlo e sua moglie vengono rimpallati da un ufficio all’altro.
LA TORRETTA si staglia sul paesino medievale. Il terremoto l’ha resa instabile al punto che quando inizia la ricostruzione dei luoghi interessati dal sisma le autorità decidono di affiancarle un’impalcatura. Fin qui nulla di strano, anzi, il comportamento delle istituzioni è stato ineccepibile. Peccato che dopo le stesse istituzioni hanno abbandonato la Torretta. Intanto sono passati la bellezza di quattordici anni e non è stata fatta nessuna opera di riqualificazione dell’edificio. L’impalcatura è ancora lì, segno di un abbandono colpevole del paesino. La situazione, però, non è rimasta immutata, perché dalla Torretta da qualche tempo cadono tegole. Ma per Rocca S. Angelo l’unico stanziamento indicato nei documenti dell’Osservatorio sulla ricostruzione (istituito subito dopo il terremoto per vigilare sulla ricostruzione e sveltire le pratiche) è quello per la Chiesa S. Maria della Rocchicciola, subito fuori le mura della cittadina, per un totale di poco meno di 170mila Euro. Soldi che sono stati utilizzati per rifare l’illuminazione interna, a detta dei cittadini.
DALLE CARTE risultano effettuati dei lavori fra il 06/12/2007 e il 25/09/2008, ma nei documenti ufficiali non è indicato alcun dettaglio. L’unica cosa certa è che l’azienda cui sono stati affidati si occupa di restauro di opere d’arte e di edilizia storica. «Che quei soldi siano stati spesi bene o meno non è compito nostro stabilirlo. Noi abbiamo solo fatto i lavori che ci sono stati assegnati».
L’impresa che ha avuto l’appalto quattro anni fa si trincera dietro a questa unica dichiarazione e non vuole saperne di dire quali lavori sono stati fatti alla Chiesa S. Maria della Rocchicciola. Di più non è dato sapere.
Carlo e sua moglie hanno provato a farsi dare delle informazioni, ma dal Comune sono stati mandati alla Soprintendenza, e viceversa. Ora i roccaioli vogliono una risposta per la Torretta. Una risposta che è stata negata loro per anni.
Ilaria Raffaele

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