SIAMO ALLA VIGILIA di una svolta importante per la storia urbanistica di Bastia. Per oltre tre decenni è stato il Prg del professor Astengo, approvato alla fine degli anni Sessanta, a caratterizzare lo straordinario sviluppo soprattutto edilizio negli anni successivi. Purtroppo, una parte considerevole delle infrastrutture ideate dall’urbanista piemontese sono rimaste sulla carta. Questo è uno dei motivi, insieme alle decine di varianti che negli anni hanno modificato l’impostazione originale, che pongono la necessità di una variante generale al Piano regolatore che, non solo corregga e aggiorni gli obiettivi pianificatori, ma ne modifichi anche la ‘filosofia’. Una delle soluzioni più discutibili e che hanno creato malumore sono state le colate di cemento tradotte in palazzine, di cui il quartiere Borgo I Maggio è l’esempio più recente. L’altra sera, pur tra le polemiche sollevate dalla sinistra, il Consiglio comunale ha deciso di chiudere il rapporto con il gruppo del professor Nigro, incaricato della variante generale dall’amministrazione del sindaco Lombardi, per avviare un bando di assegnazione a nuovi professionisti. Nel dibattito consiliare non si è entrati nel merito del nuovo Prg, ma da più parti si è detto che si deve tornare ad un piano urbanistico idoneo a rilanciare l’economia locale. Insomma, sembra che la crisi globale e anche quella locale non abbiano insegnato nulla. Se qualcuno pensa di poter costruire il futuro urbanistico guardando al passato, costui o costoro sono destinati ad una grandissima delusione. Il gruppo tecnico di lavoro del Prg e soprattutto i politici che lo guideranno dovranno sapere chiaramente che l’annunciata svolta del cambiamento non può rimanere solo uno slogan elettorale.

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