I due Priori, Delfo Berretti e Valeria Pecetta, la pensano allo stesso modo: “Il valore della festa è lo spirito di collaborazione”
De Sotto punta alla conferma per il quarto anno, de Sotto in cerca di riscatto

di ELISA FALCHETTI
ASSISI – Solo una settimana all’inizio della festa del Calendimaggio,i lavori per le ricostruzioni fervono per i vicoli, le piazze si animano con le prove dei partaioli, i tamburini suonano alla Rocca Maggiore e per le strade del centro storico di Assisi, sono loro il primo e più “forte” segnale di una città già in festa. Neanche le passate festività pasquali hanno fermato i preparativi, né i ragazzi delle due Parti in “divisa calendimaggesca” impegnati lungo il percorso delle scene o i mezzi “Rossi e Blu” per le strade della città, a dimostrare che a pochi giorni dalla manifestazione non c’è tempo da perdere e niente in quest’edizione, che vede “I de Sotto” tre volte vincitori e “I de Sopra” in cerca di riscatto,può essere lasciato al caso. Aperte da qualche giorno le Taverne e in corso anche l’organizzazione della cena propiziatoria di sabato 30 aprile, un momento goliardico per esorcizzare la sconfitta e salutare fra canti e brindisi la vittoria.Al via una manifestazione che accende gli animi di tutta la cittadinanza e coinvolge i turisti presenti in città, neppure il prezzo non troppo “economico” del biglietto,80 euro per le tre giornate,sembra scoraggiare i partaioli e gli spettatori.
Se il valore storico e artistico dell’evento è ormai riconosciuto,e non solo a livello locale, come dimostra la candidatura del Calendimaggio a patrimonio immateriale dell’Unesco, qual’è la vera e più profonda anima che permette a questa festa di non perdere negli anni il suo fascino?Delfo Berretti, priore della Magnifica Parte de Sotto, spiega:“Il valore aggiunto e il più importante della festa è lo spirito di collaborazione e socialità che si crea nei mesi prima e nei tre giorni della manifestazione. Il confronto e lo scambio tra professionalità ed età differenti,questa è la vera magia del Calendimaggio, il vero ‘patrimonio immateriale’ e vivente della festa.Un modo di vivere ed essere che si esplicita soprattutto nelle scene serali che per loro stessa natura sono chiuse e non finalizzate ad un pubblico. Una passione che non ha età se si pensa che ‘zia’ Marina Giancarlini a 86 anni,ogni sera, è a lavoro in sartoria.Una forza aggregante, forse l’unica della nostra città, per giovani e meno giovani, come dimostrano le 500 persone che parteciperanno alla cena propiziatoria.E’ questa la ricchezza ‘da esportare’, da far conoscere,senza ‘snaturalizzare’ la festa e la sua ‘assisanità’, in questo senso si potrebbe organizzare un festival medievale , delle manifestazioni collaterali al Calendimaggio,magari subito prima della festa, culminanti nei tre giorni, che possano coinvolgere più attivamente i turisti”.Valeria Pecetta, Priore della Nobilissima Parte de Sopra, condivide:“Siamo ormai alla 58esima edizione del Calendimaggio,senza trascurare l’importanza dello studio e della componente creativa, per noi è fondamentale favorire la partecipazione collettiva.In ogni settore abbiamo cercato di raggiungere una completa coesione tra fasce di età differenti,lavorano insieme bambini,ragazzi e veterani della festa,ognuno può mettere disposizione la propria esperienza e il proprio entusiasmo. Questa collaborazione è un traguardo che non si esaurisce mai e che va continuamente alimentato e favorito perché rappresenta lo spirito stesso della festa”. Come condividere questo patrimonio con i turisti? Il Priore continua: “Se da una parte la festa è in primo luogo espressione della città,dall’altra la Nobilissima e la Magnifica potrebbero, in modo congiunto,ripetere delle ‘perle’ di Calendimaggio, magari durante la stagione estiva, da condividere con i visitatori. La Parte de Sopra realizza questo progetto proponendo da qualche anno le Notti Blu alla Rocca Maggiore con l’obiettivo di far gustare anche ai turisti la vitalità e lo spirito del Calendimaggio”.

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