Ad Assisi si è chiusa la “tre giorni” di dibattito su diritti umani e democrazia. Al Governo: in Libia serve una tregua
Lotti: “E’ il momento di ripensare e ricostruire il movimento pacifista”

di LUCIO FONTANA
ASSISI – Difendere i diritti umani e fermare la repressione. Inviare una commissione d’inchiesta dell’Onu in tutti quei paesi dove sono in corso violente repressioni. Il pensiero della Tavola della pace, riunita per tre giorni ad Assisi, è innanzitutto rivolto a tutte quelle persone che da settimane sono oggetto di una violenta repressione in Siria,Bahrein, Yemen. “Abbiamo il dovere di sostenere concretamente chi sta lottando per la libertà e la democrazia, la dignità,la giustizia – ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, concludendo i lavori dell’incontro di Assisi – I governi occidentali non possono fare la guerra in Libia e fingere di non vedere il sangue che scorre in tanti altri paesi del Medio Oriente” Secondo Lotti “di fronte alla tragedia che si sta consumando in Libia l’alternativa è tra continuare la guerra o fare ogni sforzo per fermarla. Fermarla non vuol dire risolvere il problema. Vuol dire evitare che peggiori. Il primo obiettivo dell’Italia .- ha continuato Lotti – dell’Europa e della comunità internazionale oggi deve essere fermare la guerra per fermare la strage di civili, rompere la spirale della violenza prima che la sua morsa diventi troppo  stretta. Dobbiamo puntare ad una tregua che consenta di portare aiuto alla popolazione di Misurata e poi raggiungere il cessate il fuoco. La politica deve strappare alle armi il controllo della situazione. Non aggiungerne altre. E’ venuto il tempo -ha sottolineato il coordinatore della Tavola – di chiudere con i bombardamenti e inviare vera e propria missione dell’Onu sotto la guida del segretario generale in grado di proteggere realmente i civili”. A proposito dell’ uccisione di Vittorio Arrigoni avvenuta a Gaza alcuni giorni fa, Lotti ha chiesto “al Governo i di fare ogni sforzo perché sia fatta piena luce sulla vicenda e di assumere una forte iniziativa politica per mettere fine all’assedio di Gaza. Ai media e in particolare alla Rai, servizio pubblico, chiediamo di continuare il lavoro di Vittorio: tenere i riflettori accesi su Gaza -ha concluso Lotti – fino a che il mondo non vorrà scrivere la parola pace in Terra Santa”.La tre giorni della Tavola della pace, che ha visto la partecipazione di oltre trecento giovani, gruppi, associazioni, amministratori
locali, insegnanti e giornalisti,si è conclusa con l’approvazione di un ampio piano di lavoro che culminerà con il Meeting dei 1000 giovani per la pace e la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre.

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