TRAGEDIA IN VOLO GRANDE PARTECIPAZIONE NELLA CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO NON PENSAVA di avere oltre a tanti parenti anche amici ed estimatori che ieri hanno riempito la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo per l’ultimo saluto ad Auro Malinconici. Il dipendente delle poste morto una settimana fa alla guida del suo aereo appena acquistato e schiantatosi sul monte Forìa tra Marche ed Umbria. Ieri, gli sono stati tributati sentimenti di affetto nel corso dei funerali celebrati nel primo pomeriggio dal parroco di Bastia don Giuseppe Pallotta. C’era molta gente di Bastiola, la località dove la famiglia Malinconici vive da molti anni in via del Popolo tra l’affetto e la considerazione dei residenti, ma anche tanti soci dell’Aereoclub, l’associazione che l’ha visto per anni protagonista attivo. Tutti si sono stretti intorno alla bara di Auro, che è arrivata nella chiesa parrocchiale proveniente ieri mattina dall’ospedale perugino di Santa Maria della Misericordia. ALLE 15 IL RITO FUNEBRE e già nell’omelia don Giuseppe ha espresso chiari riferimenti alla tragedia che ha stroncato Auro. Il celebrante ha ricordato la condizione umana che costringe tutti noi a domandarci il perché della sorte e solo il messaggio di Cristo rappresenta una speranza per ognuno. Solo il Vangelo, ha concluso, riesce a portare conforto a chi rimane nel dolore causato dalla morte. Ancora oggi non tutti i dettagli e i motivi tecnici della caduta dell’aereo sono venuti alla luce, lo saranno al termine delle analisi tecniche sui reperti del velivolo; l’esame autoptico, però, ha escluso un malore e quindi una responsabilità diretta del pilota, nel caso di Malinconici con migliaia di ore di volo alle spalle, mentre ha confermato che la causa più probabile sia da attribuire al maltempo e alla scarsa visibilità. E’ noto che i familiari, dagli anziani genitori, alla moglie Abigaille, alle due figlie Barbara e Roberta, nessuno di loro condivideva la sua passione per il volo. Tutti però, ieri, gli sono stati vicino come Auro avrebbe voluto.
LA SUA FOTO ai piedi della bara, quasi ad incoraggiare i parenti più stretti raccolti nella prima fila dei banchi della chiesa. Alla fine della liturgia sono arrivati i tributi più significativi: la nipote Valentina ha recitato la preghiera dell’aviatore, mentre la figlia più piccola Roberta ha letto un lungo messaggio di saluto al padre, dando sfogo all’angoscia vissuta negli ultimi sette giorni. Più di un addio un arrivederci per un uomo, ha detto, che ha sempre saputo darci coraggio ed emanare affetto insieme alla gioia. «Ci ha insegnato il coraggio e la serenità. Ora ho meno paura di vivere — ha dichiarato Roberta — perché so che alla fine di questo percorso terreno ci sarai tu pronto ad accogliermi».
Ha ringraziato quanti in questi giorni sono stati vicini alla famiglia, a cominciare dai soccorritori, che si sono prodigati nelle ricerche sin dalle prime ore in cui il velivolo fu dichiarato disperso. Una lunga notte di attesa quella di giovedì scorso conclusasi nella mattinata di venerdì quando fu ritrovato sul monte Forìa il velivolo e il pilota. Un calvario vissuto ora per ora dalla famiglia Malinconici, in particolare dalle figlie e dal fratello Spartaco sempre presente nei momenti più difficili di questa vicenda.
La giovane Roberta, con evidente commozione, ha anche sottolineato che in questa difficilissima esperienza ogni familiare ha dato il meglio di sé in un’azione collettiva che li ha avvicinati tutti. Alla fine del rito funebre la salma è stata tumulata nel cimitero di Ospedalicchio.
Massimo Stangoni 
Nazione-2011-02-03-Pag19

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