La “casa di Pronto” aveva un’anima
sguardo. La “casa di Pronto (Celori)“ dicevano, indicando con gli occhi e a volte con un giro di gomito. C‘era la bettola “da Pronto“: rigagli, puntarelle, porchetta e non ho idea di quanto fumo di sigarette e quante bevute si fossero intrecciate fra quelle quattro mura. Fermavo i miei passi sotto quel “ballatoio“, impreziosito da colonne rotonde che ne delineavano la caratteristica architettonica: se avessero potuto parlare…! Quanta “politica“ da raccontare, quanti discorsi sul futuro proletario di Bastia Umbra, quanti inviti a lottare, a non abbassare la guardia, a camminare a schiena dritta! Non ho potuto provare confidenza con quella piccola casa: passando avvertivo la presenza della sua anima! Ho sempre creduto che anche le case hanno un‘anima, esattamente percepibile nei sottili cigolii e leggeri rumori con cui ti accolgono o ti respingono (e allora senti un freddo al cuore, e il desiderio di andartene al più presto!). La “casa di Pronto“ è sempre stata, e lo immagino ancora, accogliente: altrimenti perché fermarsi per un bicchiere di vino e quattro chiacchiere con gli amici? Era diventata un luogo di approdo da un sentiero antico e piacevolmente avvolgente! Era lì e ti aspettava paziente: il suo respiro antico ti accoglieva sempre benevolo e ti sentivi accettato, anche se professavi un credo politico diverso. Ho cercato, a un certo punto, di farle sentire che tutto poteva tornare al suo posto, come prima! Ho provato a metter dentro i miei piedi, l‘avrei fatto con rispetto e affetto. Ero e sono sicuro – tra l‘altro – che qualche immagine sacra, nonostante il lungo abbandono fosse presente e ben visibile all‘interno, forse avvolta da generazioni di ragni a farle rispettosa compagnia intessendo indisturbati la loro tela, sicuro che non fossero andati via anche loro lasciando un vischioso polverume. La scena raffigurata può lasciare commozione, riflettendo un immaginario popolare e fiducioso, forse con divertimento o un pochino di nostalgia. E poi… poi è arrivato qualcuno. “Reputo – diceva – che dobbiamo andare oltre quel sogno (se sogno è stato!)“ e… allora quattro pali, due “bandoni“ e una ruspa: il sogno di una “icona comunista“ è stata inghiottita dall‘incuria di troppi. Nulla, è servito a farlo riflettere sul proprio peggio né a tenerlo fresco e non farlo seccare! Si sa, un uomo è quello che ha commesso: se dimentica quello che è stato è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso. Ma con gli uomini il peggio è possibile di nuovo, perché pochi sono orgogliosi della loro “intesa“ con l‘altezza. Oggi biciclette e motorini occupano, senza lodo ma con infamia, un angolo della “vivace Bastia“: e allora addio per sempre, ma non nei ricordi, alla “casa di Pronto“…!
P.S. Tanto dovevo e ho desiderato per Giacomo, Alfonsa e Peppe.
Antonio Criscuolo Consigliere comunale Pd Bastia
sto bastiolo purosangue!!!!ahahahahahah
Assurdo, lui era nel partito … allora perchè non ha fatto niente per impedirlo ?? Perchè non dice i nomi di chi ha voluto abbattere la casa di Pronto ?? Tutti lo sappiamo … era la giunta Bogliari con tutti i compagni … Brozzi compreso (e anche Geoli). Dunque Criscuolo denuncia una cosa voluta dal suo Partito, Brozzi guida un partito che a quanto pare distrugge le memorie sociali (Casa di Pronto – Eden Rock – Facciata storica conservificio Lolli, ecc…), da questo cosa dobbiamo dedurre, che il centro-sinistra nutre nel suo dna la INCAPACITA’ naturale a governare Bastia Umbra !!
@civitas66: Questa è più grossa delle ormai famose CAMARILLE.
Il soggetto che oggi dimostra animo poetico ed anche per come scrive, oseri dire ermetico, era in GIUNTA ( assessore ) o in CONSIGLIO ( presidente ) quando veniva deciso l’ abbattimento della casa da tutti conosciuta di CELORI PRONTO.
Mi informerò meglio ma è sicuro che in qualche modo il novello poeta ha VOTATO LA DEMOLIZIONE.
Sicuramente trovato l’ atto amministrativo ne farò conoscenza al blog.
QUESTA E’ VERAMENTE DA OSCAR E NOBEL MESSI INSIEME.