IMMAGINI dell’anima, sottile pazienza nel ricordare, annotare, fermare sulla carta i silenzi del paesaggio d’Assisi, un itinerario tra chiese e castelli, la storia dell’uomo, la fede e il creato. Acquarelli di Marcello Pennacchi, viandante pieno di incanti tra le campagne e le alture, le pietre che parlano e la natura stupefatta. Cinquanta opere esposte al palazzo del Capitano del Perdono, che si specchia sulla basilica, radunate in gruppidi sei, in un locale caldo di suggestioni pittoriche. Da rammentare due ricorrenze: il mezzo secolo dall’avvio del “mestiere dell’arte” di Marcello e i trent’anni dalla prima mostra che si tenne nello stesso edificio, sul lato diametralmente opposto. Dunque una festa che si celebra nel segno del colore e dell’invenzione creativa, un percorso suggestivo, note di una personale sinfonia, amore in primo piano verso paesaggi compresi nella loro interiorità profonda. Pennacchi è grafico conosciuto, ha trasmesso agli allievi l’onestà del fare, il gusto della bellezza, la capacità di meravigliarsi con limpida intensità. Narra una storia dal sapore personale, questa rassegna aperta fino al 7 gennaio è un riassunto felice della sua esistenza. Il libro che accompagna l’appuntamento è un prezioso vademecum: riproduzioni esatte, note precise, sintesi efficace. Si diventa pellegrini e insieme si ammira la convinta preghiera estetica di un autore che sa leggere il silenzio. 
Nazione-2010-12-17-Pag38

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