«La legge non è questa», commenta la donna dopo la lettura della sentenza. Soddisfazione dell’avvocato che assiste Hudson Pinheiro: «Non ci sono vincitori né vinti, ma noi eravamo certi dell’innocenza»
di Luca Fiorucci
PERUGIA L’assoluzione di Hudson Pinheiro, conosciuta come Patrizia, è stata confermata. Il processo di appello per la morte di Samuele De Paoli, trovato senza vita la mattina del 28 aprile 2021, si è concluso come quello di primo grado. La sola imputata per il decesso del ragazzo di Bastia Umbra è stata assolta dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Samuele morì la sera del 27 aprile 2021 in seguito a una colluttazione con Patrizia, avvenuta in macchina per poi concludersi all’esterno dell’auto, in un campo lungo il quale la vettura del giovane era stata parcheggiata. I due, sempre secondo quanto ricostruito, avrebbero litigato per questioni legate a una prestazione sessuale concordata. Nel difendersi dall’aggressione, era la conclusione a cui erano arrivati consulenti e periti risentiti anche nella precedente udienza del processo di appello, Patrizia avrebbe fortuitamente esercitato una pressione sul nervo vagale, innescando una «risposta neurovegetativa» che, amplificata da alcol e droga che le analisi avevano rilevato nel corpo di Samuele, ne avrebbe causato l’arresto cardiaco fatale. Un gesto, quello di afferrare il collo, che sarebbe stato di difesa. Ricostruzione che anche i giudici, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, sembrano aver riconosciuto. «La sentenza di assoluzione di Patrizia Pinheiro è stata confermata. Non posso nascondere la soddisfazione, anche se, come ho detto in discussione, non ci sono né vincitori né vinti. Avevamo sempre detto che avremmo affrontato serenamente ogni fase processuale, compreso l’appello, certi dell’innocenza di Patrizia, che è stata anche stavolta riconosciuta», ha commentato l’avvocato Francesco Gatti, difensore di Pinheiro, ieri assente in aula, che alla notizia ricevuta dal legale si è detta «felice della notizia».
Non si arrende Sonia, la mamma di Samuele. «La legge non è questa. Oggi mi sono trovata davanti ad una corte di parte. Sapevo che oggi sarebbe andata così». È lo sfogo che la donna affida ai social. Con il suo legale, l’avvocato Marilena Macchi, aveva sollevato diversi interrogativi in relazione a una ricostruzione diversa dell’accaduto, che ipotizzava il coinvolgimento di altre persone nel delitto, consumato, secondo i rilievi di parte, altrove prima che il corpo venisse abbandonato nel canale di scolo del campo a Sant’Andrea delle Fratte. Ipotesi che il processo, dopo la riapertura del caso, nei due gradi di giudizio, ha però smentito.
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