Sono stati revocati dal Ministero al Comune per ritardi nell’affidamento di due progettazioni. L’Ente si è rivolto ad un legale

di Flavia Pagliochini
BASTIA UMBRA Inadempienza sui tempi di affidamento della progettazione, il Comune di Bastia si vede revocati dal Ministero quasi 400 mila euro di contributi a fondo perduto: la giunta Pecci ha deciso di contestare la revoca, comunicata a luglio e ha assunto un avvocato per fare ricorso. Nello specifico si parla di due finanziamenti: uno di 228.550 euro relativo all’affidamento della progettazione dei “Lavori di risanamento e riqualificazione di piazza Mazzini e piazza Cavour a Bastia Umbra” e l’altro di 121.230 euro avente ad oggetto “Affidamento del servizio di progettazione definitiva-esecutiva e Csp per la realizzazione di una pista ciclo-pedonale in via Roma”. Come si ricostruisce una relazione allegata alla delibera di giunta 201 del 27 settembre pubblicata sul sito del Comune, nel 2022, a febbraio, un decreto del Ministero dell’Interno – Dipartimento per gli Affari interni e territoriali ha stabilito termini e condizioni per l’assegnazione dei contributi per spese di progettazione. Quattro mesi dopo sono state determinate le richieste ritenute valide e a ottobre è stato stabilito lo scorrimento della graduatoria, tra cui è rientrata anche Bastia. Come detto nel luglio 2024 il finanziamento è stato però revocato: “Con nota protocollo 25259 del 10.07.2024 il Ministero dell’Interno – dipartimento affari interni e territoriali direzione centrale della finanza locale ha comunicato la revoca del finanziamento per inadempienza su tempi di affidamento della progettazione”, si legge nel documento, in cui si spiega anche che “il settore lavori pubblici, preso atto della nota, ha rappresentato le motivazioni relative al rispetto dei termini temporali degli affidamenti della progettazione; e a seguire a settembre il ministero dell’Interno ha ribadito la revoca del finanziamento adducendo altre motivazioni”. Per questo il Comune ha assoldato un avvocato, Antonio Bartolini il quale, a un primo consulto, ha spiegato che “alla luce della documentazione, penso che il Comune abbia ragione, poiché il Ministero parlando di avvio non tiene conto che nel bando si fa riferimento non all’avvio ma al perfezionamento, che in base alla documentazione mandatami è avvenuto regolarmente in un momento successivo all’avvio. Ribadisco che la giurisdizione è del giudice ordinario – dice l’avvocato nella delibera con cui si dispone il ricorso sulla revoca del finanziamento di fronte al tribunale civile di Perugia – ma che è opportuno ricorrere nel termine di 60 giorni decorrenti dalla conferma del 5 settembre”.

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