Lo sfogo di Vincenzo Pagliuca, il padre della ragazza deceduta dopo l’arresto cardiaco sul lettino del dentista. Aperto un fascicolo per omicidio colposo

IL CASO

PERUGIA «Ho accompagnato io Gaia dal dentista, aveva levato un altro dente del giudizio solo 20 giorni prima. Ero in sala d’attesa da un’ora quando un’assistente mi viene a chiamare, chiedendomi di andare da lei. Pensavo volesse tenermi la mano, che le fosse venuta paura o che l’estrazione fosse rinviata. Invece l’ho trovata cianotica, il cuore non batteva più e le stavano facendo un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Non si è più risvegliata». Vincenzo Pagliuca è il papà di Gaia, la 24enne dichiarata morta domenica sera, dopo essere andata in arresto cardiaco giovedì scorso in seguito all’estrazione di un dente in uno studio odontoiatrico di Petrignano di Assisi. Vincenzo parla in apnea, è un fiume in piena, ma le parole si strozzano in gola, il fiato non arriva mai in fondo: è chiaro come da giorni riviva ogni attimo di quel pomeriggio maledetto, non riuscendo a darsi una spiegazione di cosa possa essere successo su quella poltrona. Spiegazione che ora cerca anche la procura di Perugia, con il sostituto procuratore Paolo Abbritti che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti, disponendo l’autopsia che domani sarà eseguita dal medico legale Sergio Scalise Pantuso. A lui toccherà dare una risposta alla famiglia di Gaia, al padre Vincenzo e al fratello Valerio, valutando se si siano verificate eventuali condotte imprudenti, disattenzioni o errori che abbiano una rilevanza causale con il decesso della 24enne. Se ci siano insomma profili di colpa in chi l’ha avuta in cura.«È stato chiamato subito il 118 ricostruisce ancora Vincenzo Pagliuca al telefono con Il Messaggero -, che in sette minuti è arrivato. Ipotizzando una reazione allergica all’anestesia, le hanno dato subito l’antidoto e hanno proseguito con le manovre per rianimarla, tra bombola d’ossigeno e massaggio cardiaco. In pochi minuti è arrivato anche l’elisoccorso, con macchinari ultramoderni hanno provato a rianimarla, ma niente. Solo arrivati all’ospedale di Perugia ha ripreso il battito. Ma era passata un’ora e un quarto, era in ischemia totale». Una situazione di mancato afflusso di sangue al cervello a cui è seguita una compromissione di polmoni e reni. «È sopravvissuta tre giorni dice il papà perché era giovane e in piena salute. Le hanno fatto tutti gli esami possibili in ospedale, anche la tac, per capire se avesse qualcosa, un danno precedente, una malattia congenita. Ma niente. Mia figlia stava bene. Si pensa sia stata l’anestesia. Io voglio solo sapere perché è morta». Pagliuca non è arrabbiato. Non c’è rancore nelle sue parole. Solo tristezza. Immensa. Ha perso la moglie 13 anni fa, quando Gaia aveva 10 anni e Valerio 6. Ha tirato su da solo i loro figli, da Roma a Bastia fino ad Assisi, e ne è orgoglioso. «Tutti parlano bene di mia figlia, mi fanno i complimenti spiega -. Era una ragazza solare, allegra. Si è diplomata con 100 al liceo Properzio di Assisi e poi l’anno scorso con 110 si è laureata allo Ied di Roma. Lavorava in Rinascente, le volevano rinnovare il contratto, aveva già raggiunto gli obiettivi richiesti. Voleva fare la fashion stylist. Amava viaggiare. Aveva tanti amici». Vincenzo parla e non si ferma. È un dolore indicibile ascoltarlo, perché non c’è mai pace nelle sue parole. Tra le storie social di Valerio, invece, l’ultima foto con la sorella, lui che le stringe la mano sul letto dell’ospedale e la chiama Pippi. «Il dentista e le due figlie che lavorano nello studio racconta ancora Pagliuca sono venuti ogni giorno in ospedale a trovare Gaia, ma domenica nemmeno un messaggio. Umanamente mi ha fatto male». I tre professionisti non risultano indagati e hanno ribadito con forza di «aver seguito tutte le linee guida», parlando di un «evento imprevedibile». Ovviamente sono molto scossi per quanto successo e come tutti aspettano il risultato dell’autopsia, mentre i carabinieri di Assisi hanno acquisito elementi nello studio per portare avanti le indagini. «Chiedo si prendano anche le fiale di anestetico, qualsiasi cosa insiste papà Vincenzo -. Io non voglio vendette, non voglio risarcimenti. Perché nessuno mi ridarà mia figlia. Voglio solo sapere come è morta». E intanto è costretto a pensare all’ultimo addio: ha chiesto che i funerali si svolgano nella basilica di san Francesco d’Assisi. Per salutare Gaia e il suo sorriso nella chiesa del cuore. Egle Priolo

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