La vicenda Le difese sperano di dimostrare l’innocenza dei due imputati nell’udienza di novembre davanti ai giudici del tribunale
PERUGIA – E ora lo scontro si sposta in tribunale e vedrà, agli inizi di novembre, le difese e la pubblica e privata accusa misurarsi in aula (dove si forma la prova). Particolarmente vivace si annuncia il confronto anche tra i consulenti delle parti.
La morte del piccolo Edoardo Maestrelli, di soli tredici mesi, spirato nell’asilo nido di Bastia Umbra è addebitabile o meno alle educatrici, al personale che doveva accudire i piccoli ospiti?
Il caso, delicato e complesso, si registrò il 13 marzo del 2008, un giovedì pomeriggio (intorno alle 17.30) nell’asilo nido “Piccole orme” di Bastia Umbra.
Il pubblico ministero ha contestato ai due imputati – l’educatrice E.P. e la responsabile legale R.O. – l’abbandono di minore o di incapace. Il gup Marina De Robertis ha disposto il rinvio a giudizio dei due imputati. Le difese, affidate all’avvocato Nerio Zuccaccia e al professor Carlo Terranova, contesteranno in nuce questa ipotesi, che prevede che l’agente abbia la percezione del pericolo serio ed immediato, cosa che non può essere addebitato -a loro giudizio – a chi aveva messo sulla culla il bambino, che non presentava alcun problema. Per le difese, poi, manca l’elemento soggettivo e anche il nesso di causalità.
Zuccaccia e Terranova useranno, a discarico, anche la consulenza del medico legale dell’accusa, che sostiene che il bambino, per il rigurgito, sarebbe spirato nel volgere di due-tre minuti e comunque in un tempo ristrettissimo. Il piccolo sarebbe deceduto per “asfissia acuta da inalazione di materiale estraneo secondario a vomito”.
La parte civile, i genitori della piccola vittima, assistiti e tutelati dall’avvocato Francesco Cappelletti, hanno partecipato all’udienza preliminare ed ovviamente il rinvio a giudizio non può che essere stato accolto, dalla coppia, con soddisfazione. Nel senso che il risultato è stato quello atteso in questa fase del giudizio.
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