Il piccolo Edoardo morì il 13 marzo dell’anno scorso a causa di un rigurgito. L’accusa: non c’era nessuno a controllare
Titolare della struttura, maestra e responsabile civile imputati di abbandono


di UMBERTO MAIORCA


BASTIA UMBRA – Il piccolo Edoardo morì “per asfissia acuta da inalazione di materiale estraneo secondaria a vomito” e chi doveva controllarlo mentre dormiva non c’era.
È quanto mette nero su bianco il giudice per l’udienza preliminare Marina de Robertis nell’atto di rinvio a giudizio per la titolare dell’asilo “Piccole orme” e per una delle educatrici. Chiamato a rispondere dell’evento anche il responsabile civile della struttura educativa. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nerio Zuccaccia e Carlo Giuseppe Terranova. I genitori del piccolo Edoardo si sono costituiti parte civile.
Edoardo, di 13 mesi, è morto il 13 marzo del 2008. Era all’asilo, lo avevano messo a letto per il riposo pomeridiano. Erano le 17,30, le maestre lo avevano controllato poco prima e tutto era a posto; poi il piccolo deve aver rigettato e le insegnanti lo avevano trovato con la faccia riversa nel lettino.
Con lui c’erano le maestre ed altri 5 piccoli (in tutto la struttura ospita una ventina di bambini, ma a quell’ora erano quasi tutti a casa). “L’avevamo controllato un minuto prima – aveva spiegato una delle dipendenti – e tutto sembrava a posto. Il tempo di dare uno sguardo agli altri bambini e ci siamo accorte che Edoardo aveva vomitato il latte e non si muoveva più”.
I soccorsi erano stati immediati. Mentre la responsabile della struttura chiamava il 118, una delle maestre era corsa in strada a chiedere l’intervento dei pediatri che hanno uno studio poco distante dalla casa d’infanzia. Ma non c’era stato nulla da fare.
L’asilo, come aveva spiegato anche l’amministrazione comunale, “è una struttura nuova,al passo coi tempi, assolutamente organizzata e in regola sia con le normative comunali sia con quelle regionali. E’ uno dei migliori asili nido privati su cui può contare Bastia, abbiamo fatto verifiche su verifiche e, oltre ad essere in regola, le insegnanti operano con grande professionalità e amore”. La decisione del giudice e le richieste del pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, però, lasciano spazio ad altre ipotesi di negligenza che spetterà ai giudici del dibattimento confermare o annullare.
Il processo accerterà quanto successo, ma non potrà restituire il piccolo ai suoi genitori, tanto meno le tabelle assicurative potranno quantificare la vita di un bimbo di 13 mesi e il dolore dei genitori. I tre imputati si sono sempre dichiarati affranti per quanto è accaduto, respingendo le accuse.

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