Eccellenza La dirigenza bianconera verrà “scortata” fino al Comunale: si temono scontri

Stadi vietati per tre anni: è la decisione dopo i disordini di Trestina


BASTIA UMBRA – Dopo il disagio provato sulla propria pelle ,visto la scomodità con cui sono stati costretti ad assistere alla gara. Dopo la delusione per il risultato finale. Su Bastia sportiva, è arrivata un’altra mazzata. E che mazzata! Tre suoi giovani sostenitori (tutti di buonissima famiglia, è bene precisarlo) non potranno più assistere alle partite del Bastia per i prossimi tre anni. Quindi Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 numero 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di calcio.
Sono stati colpiti tutti e tre da vari provvedimenti restrittivi come la firma obbligatoria presso il commissariato della Polizia di Stato di Assisi negli stessi orari in cui la squadra biancorossa disputerà i propri incontri. Non entriamo nel merito di queste sanzioni, ci mancherebbe. Non deve, però, passare il messaggio che è stato fatto il possibile per evitare che tutto ciò avvenisse. E adesso chi non ha dato la giusta ospitalità (domenica scorsa allo stadio “Casini” di Trestina), si dice che arriverà a Bastia scortato e con l’occhio vigile di alcuni funzionari della Figc chiamati dalla dirigenza ospite ad assicurare al fine che tutto si svolga nel rispetto delle regole stabilite.
Perché tutto questo timore che a Bastia possa succedere qualcosa? Forse quel vecchio proverbio che i nostri anziani ci hanno tramandato “Male non fare, paura non avere” è ancora purtroppo di moda. Una triste realtà che pesa ancora moltissimo sul mondo del calcio dilettantistico della nostra regione. La speranza di tutti i veri sportivi è una e una soltanto. Che qualcuno metta fine al più presto a questa rivalità eccessiva tra Trestina e Bastia, iniziata nel mese di marzo del 2005 e non certo per colpa dei tifosi biancorossi, che adesso invece vengono continuamente penalizzati e soprattutto “demonizzati”. Speriamo, a questo punto, solo in un calcio migliore.
Leonello Cartoni

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