Missione Popolare nelle scuole e nelle fabbriche Ma don Francesco attacca: «La città recuperi il suo spirito» 
E’ STATA una Pasqua nel segno della tradizione e della grande partecipazione. Solo ieri la città si è quasi svuotata per le gite di Pasquetta
, ma le presenze ai riti religiosi sono state molto numerose. A cominciare dalla vigilia alla messa di mezzanotte nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, fino alla tradizionale processione preceduta dalla «Rinchinata». Un rito molto atteso a Bastia l’incontro, domenica pomeriggio, tra la statua del Salvatore, uscita dalla chiesa di San Michele, e l’altra della Madonna partita dalla chiesetta di san Rocco. Le statue portate a braccia dalla confraternita della ‘Buona Morte’ si sono incontrate al centro di piazza Mazzini e l’inchino è stato perfetto, come sempre. Tradizione quindi, ma anche ricerca di innovazione, come ha sottolineato il parroco don Francesco Fongo nell’omelia della messa solenne. «La comunità cristiana – ha ricordato – sta per vivere un grande evento con la Missione Popolare che prenderà il via il 22 aprile, quando 50 tra frati e religiose incontreranno, le famiglie e i giovani e si recheranno nelle scuole e nelle fabbriche». Il parroco ha anche ricordato che è stato raggiunto l’accordo con le suore spagnole per l’utilizzo di nuove aree. Il suo intervento, però, ha toccato aspetti meno esaltanti quale la perdita di una forte identità della città che, ha spiegato don Francesco, «si presenta come le nostre strade piene di buche. Occorre reagire. E’ tempo di recuperare quella vitalità e quello spirito di condivisione che da sempre hanno fatto di Bastia un esempio di dinamicità. Da qui si deve ripartire vincendo la rassegnazione per ridare lavoro a chi l’ha perduto e speranze ai giovani per il futuro». 
 
 

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