Roberto CapocchiaIl candidato del centro-destra e il coordinatore del PDL Fratellini promettono l’abolizione dell’ISCOP, ma a questo spot pubblicitario dovrebbe seguire una seria alternativa in termini di reperimento delle risorse, per finanziare le opere al posto del gettito di questa imposta.
Anche Berlusconi al grido di “via l’ ICI” ha cavalcato l’onda di un processo di abbattimento dell’imposta, già previsto dal Governo Prodi con la Finanziaria 2008, che ne aveva già impostato le basi con relativa copertura finanziaria, estendendo il beneficio indiscriminatamente a tutti i possessori di abitazione principale. Ad oggi ci troviamo che chiunque ricco o povero che sia non paga l’ICI sulla prima casa. Questa è giustamente una politica di destra.
Ma al  giubilo dell’italiano che si vedeva detassare l’abitazione principale della terribile ICI, corrispondeva la pena dei bilanci comunali che non venivano compensati di tutto il gettito perso con questa imposta, sottraendo comunque risorse ai cittadini, esempio nel Comune di Bastia mancano all’appello ancora 150.000,00 euro che lo Stato deve rimborsare e di cui ne è a tutt’oggi dubbia l’esigibilità.
Sul fronte del federalismo fiscale, sbandierato dal centro destra, campeggia un ampliamento dell’utilizzo dell’imposta di scopo, addirittura enfatizzandone tutti i benefici dei questo strumento.
L’imposta di scopo , introdotta dal Comune di Bastia all’inizio dell’anno 2008, è stata utilizzata come fonte di finanziamento di opere pubbliche, così come prevede la legge, evitando, per il corrispondente importo, di contrarre mutui i cui interessi passivi, in un periodo di aumento degli stessi, avrebbero gravato pesantemente sul bilancio comunale. Ad oggi, che il panorama economico è stato stravolto da una crisi finanziaria pesante e con i tassi di interesse, in forte discesa, è pensabile anche un possibile ripensamento in termini di reperimento di risorse alternative magari con l’accorciamento del termine di imposizione.
Questo passaggio non è a priori da escludere, ma la sinistra, che cerca di riflettere ed operare le scelte nell’interesse sempre e comunque della collettività, valuterà le possibili soluzioni sulla base di una vera sostenibilità di bilancio, cifre alla mano, e non sbandierando possibili soluzioni populistiche.
Il progetto di realizzazione della scuola di XXV Aprile, è stata un atto di grande responsabilità, in un contesto nazionale in cui il mondo scolastico vede tagli indiscriminati al diritto alla cultura di ogni cittadino italiano.
I bilanci comunali vivono una stagione di forti condizionamenti in termini di rispetto del  patto di stabilità, che comunque, il Comune di Bastia ha sempre onorato mantenendo inalterati la quantità e la qualità di tutti i servizi al cittadino.
L’imposta di scopo è una risorsa che agevola notevolmente il rispetto del patto di stabilità cosa invece inversa rispetto alle altre fonti di finanziamento possibili.
La gente probabilmente sarà anche stufa del centro sinistra, ma se Bastia può fregiarsi del fatto che è il comune dell’Umbria con maggiori servizi erogati ai cittadini, non è certo merito degli onesti sulla carta, ma di politiche attente alle famiglie e al sociale, le tre “e”: “Efficacia, efficienza ed economicità” che cita Fratellini noi le pratichiamo da sempre.
Noi riteniamo più importante sostenere i redditi con un’altra manovra possibile ed equa: l’esenzione dall’ICI su tutte le  pertinenze dell’abitazione principale: fondi, magazzini, garages aggiunti alla prima casa con  fatica e sacrificio, che non saranno più tassati.
Inoltre, per concludere, un suggerimento ai Repubblicani.
Un noto proverbio recita: “Non dire gatto se non ce l’ hai nel sacco”!
La moltitudine di  repubblicani “bastioli” rappresentati da Marco Zavota, certi di un amaro risveglio della sinistra cittadina, già si sentono padroni degli scranni comunali.
Alla loro proposta di un nuovo modello di amministrare Bastia, che rinnovi culturalmente la nostra società, indichiamo solo che l’ articolo indeterminativo maschile “un” nella lingua italiana non va apostrofato e che intanto, nell’attesa che i rappresentanti di questa forza politica si  cimentino nella più professionale delle politiche locali almeno imparino l’italiano. Forse la realizzazione della scuola di XXV aprile potrebbe agevolarli nello scopo.
Buon lavoro



Roberto Capocchia

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