MIGNINI PETRINI
Sulla messa in mobilità di 3 dipendenti il gruppo ribadisce il rispetto degli accordi
BASTIA – “Un’azione che riteniamo insensata e in contrasto con quanto contenuto nell’accordo sottoscritto a dicembre del quale può essere compromessa l’applicazione dei benefici previsti per i lavoratori” La Mignini – Petrini spa esprime “stupore” per lo sciopero, proclamato dalle rsu, che si è svolto lunedì.
Il nodo della questione, come noto, è quello della possibile chiusura dello stabilimento di Ospedalicchio. Chiusura a cui farà seguito un riassorbimento del personale, ma per qualcuno è prevista la messa in mobilità.
“Sono state già effettuate, con le stesse modalità, sette risoluzioni di rapporto di lavoro, senza alcun problema – spiega ancora l’azienda -. L’accordo di dicembre prevede, infatti, esplicitamente che l’incontro con il lavoratore avvenga successivamente e non precedentemente alla comunicazione di messa in mobilità, che rappresenta un semplice atto procedurale. I tre lavoratori cui è stata comunicata la mobilità – ribadisce ancora -, definiti dal sindacato ‘dipendenti storici’, hanno un’anzianità aziendale di 6 anni e non di 30, essendo stati assunti nel 2002.
Anche se irrilevante ai fini della procedura, questo dettaglio dice molto a proposito di come si cerchi di deformare la realtà”.
“Date tali premesse – sostengono i vertici dell’azienda – non vorremmo che questa reazione di fronte alla nostra iniziativa rappresenti solo un pretesto per tentare di ottenere ulteriori benefici individuali.
Ci sembra, inoltre, molto preoccupante che questo atteggiamento – concludono – trovi l’avallo di organismi rappresentativi dai quali eravamo convinti ci si potesse attendere correttezza e buonafede nell’applicazione e nel rispetto degli accordi sottoscritti”.
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