In programma per sabato prossimo nella sala del consiglio municipale l’incontro con lo studioso


BASTIA UMBRA – Continua il nuovo programma di incontri di Oicos riflessioni con l’appuntamento con Sergio Givone fissato per Sabato 17 alle ore 16,30 presso la sala del consiglio del Municipio di Bastia. Tema dell’incontro “Filosofia e tragedia”. Sergio Givone è nato in provincia di Vercelli nel 1944. Ha studiato filosofia a Torino, dove si è laureato con Luigi Pareyson. Ha insegnato nelle Università di Perugia e di Torino. E’ ordinario di Estetica nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze. Particolarmente significativi sono i suoi lavori su Dostoevskij. Da questa riflessione nasce anche la ricerca sulla storia del nulla e sulle sue implicazioni in un nuovo pensiero tragico. Di interesse anche la sua opera narrativa, in cui forte è ancora il richiamo filosofico e l’impronta della letteratura russa. E’ collaboratore assiduo del quotidiano la Repubblica Tra le sue pubblicazioni e i numerosi saggi si ricordano: “Ermeneutica e romanticismo”, “Dostoevskij e la filosofia” , “Storia dell’estetica”. Nel 1995 è uscito presso Laterza “Storia del nulla”, attualmente alla sua quinta edizione ed ancora “Eros/ethos”, “Nel nome di un dio barabaro”, “Il bibliotecario di Leibniz. Filosofia e romanzo” e l’ultimo romanzo del 2008 “Non c’è più tempo”. Di prossima pubblicazione il saggio “Voce e silenzio in Luzi”. La conferenza del professor Givone si addentrerà dun-
que nelle pieghe dell’inesplorato rapporto tra tragedia e filosofia. Secondo Diogene Laerzio, Platone, prima di dedicarsi alla filosofia, bruciò la tragedia composta davanti al teatro di Dioniso. Il rogo del tragico costituirebbe l’iniziazione del filosofo: se il tragico è il regno del conflitto, della morte ambiguamente intrecciata alla vita, il filosofo che osserva il lieto dispiegarsi delle idee, che addita il sommo Bene non può che rigettarla. O tragedia o filosofia, sembra dire Platone. Per secoli una sorta di interdetto cade sulla tragedia. Eppure, prima con Kierkegaard, poi con Nietzsche, la tragedia torna ad essere cruciale per la filosofia. Con Kierkegaard: la morte di Cristo è la più alta tragedia. Il dolore inoltrepassabile resta custodito dal dio che muore e risorge: la crocifissione diventa il luogo del paradosso tragico. Il cristianesimo di Kierkegaard si comprenderebbe insomma solo attraverso un pensiero che Sergio Givone definisce pensiero tragico. In questa prospettiva il tragico sarebbe dunque essenziale per il religioso. Ma non solo; il tragico, spiegherà Givone, rende comprensibile anche il nichilismo. Per Nietzsche, da La nascita della tragedia fino ai biglietti all’amico Peter Gast nei quali si firma “il Crocifisso” oppure “Dioniso”, il tragico è l’essenza di quella scelta che dice “sì” al dolore, “sì” anche al cerchio demonico dell’eterno ritorno dell’identico. Ed oggi? Quali relazioni si intessono tra filosofia e tragedia? Bisognerà saperlo direttamente dalla voce di Givone.

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