Vittorio Feltri 
 
Anche quest’anno non facciamo eccezioni: puntuali, consegnamo il premio “L’uomo dell’anno”. Lo abbiamo assegnato a Walter Veltroni perché nessuno come lui è stato capace di demolire la sinistra. L’ha ridotta a tappetino sdrucito della politica italiana consentendo a Berlusconi – nonostante i guai del suo governo – di salire al massimo storico dei consensi. Veltroni si è rivelato un autentico fenomeno, una calamità naturale davanti alla quale i compagni hanno allargato le braccia rassegnati a scomparire; travolti dalla bufera, non reagiscono più, hanno accettato il loro destino.


Non possiamo che congratularci con lui per l’opera svolta a favore del Paese, finalmente liberato dall’antico giogo marxista: egli, infatti, oltre ad aver esaltato le poche virtù dell’esecutivo di centrodestra, è riuscito a compiere un’impresa che alla luce dell’esperienza sembrava irrealizzabile, la eliminazione fisica dei comunisti.


Già, per la prima volta da quando abbiamo facoltà di intendere e di volere, abbiamo assistito all’espulsione dal Parlamento di ogni marxista, da Rifondazione al Pdci. Un miracolo in cui non osavamo sperare. Con tutta evidenza avevamo sottovalutato la forza distruttiva di Walter, ideatore e fondatore del Buonismo. Con una mossa a sorpresa nel periodo preelettorale, ha spiazzato gli ex alleati costringendoli prima alle corde e poi al tappeto. Spettacolare. Come un novello Attila, egli ha spianato la strada alle truppe del Cavaliere verso la conquista del Palazzo.


La sola cosa che ci ferisce è l’ingratitudine di Silvio nei confronti di chi, senza nulla chiedere in cambio se non lo straccio di un dialogo, gli ha agevolato l’ascesa al vertice del ministero. Berlusconi, seguendo il nostro esempio, dovrebbe darsi da fare affinché a Veltroni venga attribuita una decorazione al valor civile se non addirittura eretto un monumento in piazza Montecitorio. Coraggio, signor Presidente, non è mai troppo tardi per riconoscere al segretario democratico il merito indiscutibile di aver sterminato i compagni senza colpo ferire.


L’insigne emulo di Obama ha fornito – quando più nessuno ci contava – la dimostrazione di un teorema fondamentale per la politica italiana: soltanto la sinistra può disintegrare l’extra sinistra. A questo punto a Walter manca un piccolo passo per completare il suo ambizioso progetto: indurre al suicidio il Pd. In fondo si tratterebbe di seguire alla lettera l’insegnamento di Rosa Russo Iervolino, la quale, parlando dei suoi assessori, ha detto: «Nugnes in un sussulto di dignità si è tolto la vita, ciò che gli altri non hanno saputo fare».


Nelle parole della sindaca di Napoli si coglie una punta di rammarico. Noi non arriviamo a tanto, i funerali non ci sono mai piaciuti; ci accontenteremmo di dimissioni in massa. Come vede, caro Veltroni, siamo gente di buona volontà.


In attesa che anche lei e i suoi rimasugli di partito abbiate un sussultino di dignità, esauriamo le motivazioni del presente premio. Le diamo atto di aver sgominato in quattro e quattr’otto i Verdi di Pecoraro Scanio, rivelando così una sensibilità ecologica straordinaria; di essersi dannato l’anima per spingere in Campidoglio un rappresentante della destra, Alemanno, dopo anni e anni di vane attese; di aver massacrato la Margherita di Rutelli e Rutelli stesso, infilandoli nel tritacarne del Pd; di aver portato una iella pazzesca ad Antonio Di Pietro recentemente gambizzato dal figliolo; di aver litigato con i sindaci, ex fiori all’occhiello del fu Partito comunista: Chiamparino, Cacciari, Bassolino e Cofferati; di aver obbligato il sindaco di Firenze, Domenici, a incatenarsi davanti alla sede de la Repubblica; di aver ammesso, sia pur tardivamente, che la Giustizia è un catorcio da riformare; di aver imposto al quotidiano creato da Scalfari di criticarla.


Tutto questo premesso, è con grande slancio che le porgiamo l’attestato di uomo dell’anno con l’auspicio sia l’ultimo. Anno, si capisce. E che il 2009 possa vederla protagonista in un settore diverso dalla politica, magari la letteratura in cui – ma non importa – è negato.

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