Come agiscono i bimbi zingari addestrati dai genitori a colpire nelle abitazioni quando  la gente è fuori

LUCIA PIPPI


BASTIA – Entrano nelle case. A volte aiutandosi anche con le schede telefoniche. Rubano, ogni cosa che gli capita a tiro. Poi fuggono e non lasciano traccia.
Un fenomeno, quello dei furti messi a segno dai minori zingari, che negli ultimi tempi è tornato di nuovo alla ribalta. L’ultimo caso si è verificato soltanto alcuni giorni fa a Bastia Umbra, dove due ragazze vennero sorprese dai padroni di casa mentre rubavano. Le due giovani, in quell’occasione, spintonarono i proprietari dell’abitazione per darsi alla fuga ma vennero rintracciate pochi minuti dopo dai carabinieri mentre si avvicinavano alla stazione di Santa Maria degli Angeli per riprendere il treno e rientrare alla base. Il motivo della crescita dei furti di questo periodo è da ricercarsi anche nel fatto che le case, durante le feste e le vacanze estive, vengono lasciate più spesso incustodite e diventano, maggiormente, preda dei ladruncoli e soprattutto dei minorenni rom addestrati a rubare.
Il motivo della scelta dei bambini e dei minorenni in generale per entrare nelle case a rubare è dato, come più volte spiegato dalle forze dell’ordine, dal fatto che i minorenni, se presi, sono soggetti a pene decisamente minori rispetto agli adulti. Inoltre, molti di loro, una volta superati i 16 anni, ovvero l’età in cui le pene si inaspriscono, vengono addestrati a confessare un’età minore. Per individuare la loro età è quindi necessario ricorrere alle radiografie. Una pratica che, tuttavia, richiede anche tempo. Ma come agiscono questi gruppi di bambini ladri? La maggior parte non è residente nel territorio in cui decide di agire e di mettere a segno furti.Viene però costretta a spostarsi dagli adulti che scelgono le varie zone. Una delle preferite è quella attorno ad Assisi e Bastia, considerate città con un reddito elevato e facilmente raggiungibile grazie ai collegamenti con i treni o con gli autobus.
In genere studiano anche le varie zone in cui decidono di colpire e anche le abitazioni in cui possono più facilmente agire. Una volta scelta la casa entrano in azione con una semplice scheda telefonica con la quale aprono i portoni ed entrano nelle varie stanze cercando di portare via quanti più oggetti possibile. Da lì si danno alla fuga tornando alla stazione dei bus o degli auto-bus per tornare al luogo in cui li aspettano i genitori o i parenti per riportarli al campo in cui vivono oppure a casa. In genere, anche considerato il poco tempo che hanno a disposizione per agire, approfittando magari di un’assenza momentanea degli occupanti della casa, non è mai particolarmente ingente e si limita a denaro o gioielli.
Ma il vero problema è dato dal fatto che nella maggior parte dei casi si tratta di minori che non vengono tutelati e anzi, mandati a rubare nelle abitazioni puntando sul fatto che sono piccoli e che, come tali, non sono soggetti alle pene per i reati come i maggiorenni.

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