Mai come oggi i cittadini di Bastia esprimono all’unanimità il desiderio di un cambiamento radicale non solo a livello esteriore ma anche nel cervello e nel cuore dell’amministrazione.
La recente intervista rilasciata da Don Francesco a Terrecomp, in cui il parroco parla di una “fase decrescente”, non è che una delle espressioni di un malcontento che ormai serpeggia sempre più profondamente tra la popolazione.
Decenni di amministrazione di centro-sinistra non sono stati in grado di conferire al tessuto economico la vivacità necessaria a restare al passo con i tempi; ci sono stati molti propositi ma pochi atti, dunque la dialettica apparenza – sostanza è stato il tratto distintivo delle ultime amministrazioni comunali. Si costruiscono piscine, si progettano scuole, sottopassaggi, ma la viabilità è in crisi, le strade sono in condizioni pietose, mancano le infrastrutture sportive e le aree ricreative, la presenza di immigrati, sia da paesi esteri che da altre regioni della penisola, non è stata ben gestita. E l’elenco potrebbe prolungarsi fino alla noia.
Nessuno afferma ciecamente che nulla di buono sia stato fatto, ma si ha la sensazione che alcune decisioni siano state prese come palliativi più che come soluzioni a lungo termine. Dunque ecco perché si sente il bisogno della freschezza di una nuova amministrazione più vicina agli interessi dei cittadini che al tornaconto di pochi, che pensi a curare intrinsecamente i mali della città piuttosto che a progettare e sperimentare in maniera scriteriata strutture di dubbia utilità, un’amministrazione che creda in valori etici e che non sia rappresentata da esponenti di un partito i cui molti soggetti sono, solo oggi, investiti da una bufera giudiziaria in tutta Italia, compresa l’Umbria.
Di questo hanno bisogno i bastioli che da tempo pensano (ma non dicono) rialzati Bastia!
Michael Mocci
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