Il dibattito in consiglio comunale

C’è chi obietta che sono troppi sei ettari per il fotovoltaico


BASTIA UMBRA – Fotovoltaico si, fotovoltaico no. E’ stato annunciato giovedì, in consiglio comunale, il percorso che il comune di Bastia Umbra è prossimo a intraprendere in materia di energia alternativa. Il progetto è stato illustrato dal primo cittadino, Francesco Lombardi: “Presto verrà realizzato un parco di sei ettari, in grado di produrre tre megawatt di energia, uno dei quali andrà a provvedere all’intero fabbisogno della struttura municipale. La zona scelta per effettuare l’operazione è limitrofa a via Andrea Costa e il piano di lavoro prevederà anche l’intervento del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia che si applicherà a studi sull’idrogeno. Riusciremo a coprire le spese di gran parte dell’illuminazione pubblica”. Nonostante gli apprezzamenti elargiti in merito da parte dei consiglieri comunali Giuliano Monacchia (Pdl) e Antonello Caleri (ex Margherita), c’è chi ha fatto qualche osservazione: “Intacchiamo 6 ettari di campagna? – ha domandato perplesso il consigliere comunale Luigino Ciotti, ex di Prc – il territorio rimasto integro a Bastia è così poco! E poi immagino che la struttura avrà un forte impatto sull’armonia del paesaggio in questione. Questa amministrazione comunale ha permesso che le aziende mettessero la propria pubblicità sui tetti dei propri capannoni; perché non sollecitare l’inserimento di pannelli solari”. Anche il consigliere comunale simpatizzante per le Liste Civiche, Adriano Brozzetti,   ha avuto da ridire: “Ho anche io dei dubbi sull’utilizzo dei 6 ettari di terreno. E poi, questo tipo di iniziative di solito prevedono da parte dell’azienda promotrice l’obbligo di spese di manutenzione per il proprietario dell’impianto; quanto sarà l’ammontare delle spese del comune?”. Ma il sindaco Lombardi ha replicato: “Riteniamo affidabile l’azienda che opera in campo energetico con cui abbiamo stretto l’accordo e salutiamo positivamente la collaborazione con l’Università di Perugia”.
Alberta Gattucci

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