CRISI MIGNINI
BASTIA UMBRA – Compatto il consiglio comunale aperto convocato sulla situazione economico-sociale ed occupazionale del territorio con particolare riferimento all’azienda Mignini-Petrini.
Le comunicazioni del sindaco, in apertura di seduta, hanno sottolineato la diversità dei ruoli dei soggetti coinvolti nel-la vicenda e contemporaneamente l’unità nel perseguire un obiettivo comune. Istituzioni, sindacati e lavoratori contestano il piano industriale elaborato dell’azienda. Alla seduta era presente anche l’assessore regionale alle politiche industriali Mario Giovanetti il quale ha sottolineato: “E’ ancora possibile guardare avanti. Ci sono le condizioni per farlo. I vari soggetti presenti, in virtù dei loro ruoli, possono chiedere all’azienda la revisione del piano industriale, che risulta essere un piano di contenimento e non di rilancio”.
Seppur con posizioni politiche differenti, l’obiettivo comune emerso dall’assemblea di ieri sera è stato evidente: salvaguardare i posti di lavoro. Durante la serata si sono avvicendati molti interventi che oltre ad affrontare un’analisi generale sullo sviluppo economico-produttivo, sono andati dritti al cuore del problema evidenziando le conseguenze della crisi. L’Rsu denuncia la mancanza di un reale piano di rilancio e prevede la chiusura dello stabilimento entro marzo 2009, anche la Cgil definisce la “situazione preoccupante” e teme che la crisi palesata porti alla chiusura di un’azienda simbolo per Bastia”.
In molti hanno ricordato che le promesse fatte dalla proprietà sono state ampiamente smentite dai fatti e per questo
si chiede, al fine di evitare ogni rischio, di rendere ancora più stringenti i vincoli sull’area al fine di indurre l’azienda a mantenere e sviluppare la produzione in loco.
“L’amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco – non accetta le posizioni ed il metodo adottato dall’azienda in questa circostanza. Una decisione che ci giunge improvvisa e che esprime una visione unilaterale della questione. E’ nostra intenzione attivare tutti gli strumenti possibili per salvaguardare l’occupazione diretta e quella indotta. Il consiglio comunale è solidale e vicino ai lavoratori e sottolinea che l’area interessata deve rimanere patrimonio della città”.
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