La città di San Francesco è quella del territorio a registrare il più alto tasso di matrimoni religiosi
Tra i cittadini più donne che uomini
ASSISI – Le donne divorziate battono gli uomini. Almeno per secondo i numeri dei residenti dei Comuni della zona.
Secondo i dati, infatti, le donne con un matrimonio fallito alle spalle sono più degli uomini. Forse perché scelgono di rientrare in famiglia oppure perché, anche se vivono da sole, tendenzialmente evitano di restare nei luoghi in cui si è svolta la loro storia matrimoniale e decidono di rientrare probabilmente nel paese d’origine.
Da quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Istat in merito allo stato civile della popolazione, il Comune in cui ci sono più divorziati è quello di Assisi. La tendenza è sempre la stessa: le donne con un matrimonio fallito alle spalle sono più degli uomini, anche a causa di cambi di residenza e migrazioni. In totale, infatti, sono 300 i residenti divorziati del Comune, di cui 141 uomini e 159 donne.
E’ sempre in questa realtà, tuttavia, che si registra il maggior numero di matrimoni con rito religioso, rispetto a quelli civili. In un anno, infatti, su 300 coppie, 228 hanno scelto di sposarsi con rito religioso e solo 72 con rito civile.
Una particolarità che può creare anche problemi a chi ha intenzione di ricreare una nuova famiglia.
La situazione, dal punto di vista dei divorzi, è analoga anche nel Comune di Bastia Umbra. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, infatti, i divorziati sono 280 di cui 103 uomini e 177 donne.
Qui la percentuale dei matrimoni celebrati in Comune è più alta, anche se nettamente inferiore a quella dei riti religiosi
celebrati nelle chiese della città. Su 61 unioni matrimoniali, 38 sono stati i riti religiosi contro 23 civili.
A chiudere la classifica del numero di divorzi è il Comune di Bettona. In totale, nel territorio, sono 36 le persone residenti divorziate. Di queste 16 sono uomini e 20 donne. Bettona fa eccezione anche per un altro motivo: per il numero di matrimoni celebrati con rito civile che è del tutto pari a quello delle unioni con rito religioso (sei in totale e tre con rito civile).
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