Carabinieri sono arrivati alla residenza dopo una segnalazione. Era gestita da tre donne proprietarie dell’immobile
La struttura era situata in un appartamento e ospitava sei anziani
BASTIA UMBRA – Niente autorizzazioni e niente permessi per aprire e gestire la casa di riposo. E’ quanto è stato verificato dai carabinieri di Assisi e da quelli del Nas, nel corso di alcuni controlli in una struttura di Bastia Umbra, situata al primo piano di un palazzo.All’interno, secondo quanto ricostruito dai carabinieri vivevano stabilmente sei anziani, due originari di Bastia Umbra, due di Assisi e due di Bevagna, le cui famiglie pagavano una retta per ospitarli in questa particolare struttura che funzionava, in tutto e per tutto, come una casa di riposo.
In realtà, secondo quanto ricostruito, era un semplice appartamento dotato di un piccolissimo giardino al primo piano di un palazzo di via Montefalco, nel quartiere di borgo Primo Maggio, di proprietà di tre donne (madre, figlia e nipote), che avevano deciso di affittare le stanze a queste persone, alcune delle quali non autosufficienti. carabinieri sono arrivati alla struttura in seguito ad alcune segnalazioni ricevute da gente che aveva notato l’attività all’interno dell’appartamento.
Da lì sono partiti gli accerta-menti dei militari che hanno portato direttamente al sequestro della struttura e al trasferimento degli anziani presso altre case di riposo oppure presso i parenti.
In base ai primi riscontri, sembrerebbe che gli anziani non abbiano subito nel modo più assoluto maltrattamenti di qualche genere all’interno della struttura.
A questa conclusione sarebbero arrivati i medici della Asl2 di Perugia, intervenuti su richiesta degli stessi militari, che hanno visitato gli ospiti dell’appartamento senza riscontrare segni di violenze o di denutrizione. Il sequestro e gli accertamenti svolti fino adesso, tuttavia, sono soltanto la prima parte del lavoro dei carabinieri e dei medici della Asl. Gli investigatori, coordinati dal capitano Sebastiano Arena, stanno infatti cercando di risalire alle famiglie degli anziani ospitati nella struttura.
Il fine è quello di scoprire da quanto la struttura fosse stata aperta, quante persone abbiano effettivamente vissuto in quell’appartamento adibito a casa di riposo nel corso degli anni.
Inoltre, bisognerà anche capire come mai alcune famiglie abbiano scelto di affidare i propri anziani ad una residenza che non aveva né le caratteristiche strutturali nè, tantomeno, le autorizzazioni di legge per poterli tenere e se questi anziani godessero di una pensione di accompagnamento che prevede la permanenza a casa dell’anziano.
Al momento sono stati interrogati i singoli ospiti che non hanno saputo, tuttavia, fornire informazioni utili.
In seguito al sequestro gli anziani sono stati trasferiti in altre strutture. Del trasporto e della sistemazione si è fatto carico l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Bastia Umbra.
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