Sindaci e politici: «Sgomento per le parole del ministro»
— PERUGIA —
SCONCERTO per le dichiarazioni del ministro della funzione pubblica Renato Brunetta è stata espressa dal sindaco di Perugia Renato Locchi e da quello di Terni Paolo Raffaelli: «L’Umbria totalitaria del ministro Brunetta non esiste. Siamo sconcertati e negativamente colpiti dalle sue dichiarazioni: il titolare della delega governativa per la Pubblica amministrazione, di cui come amministratori locali umbri siamo leali interlocutori istituzionali, parla di ‘voti comprati’ e di ‘assenza di democrazia’ in Umbria e nelle sue città. Lo fa, immaginiamo, senza fare distinzione tra amministrazioni di centrosinistra e amministrazioni di centrodestra, visto che l’Umbria è una regione pluralista. Come sindaci vogliamo ricordare che i Comuni umbri hanno ridotto negli ultimi anni i loro organici di 2.400 unità, dimezzato l’ammontare della loro dipendenza dallo Stato centrale e raddoppiato il volume delle loro entrate proprie, con una performance della spesa pubblica che non teme alcun raffronto con tutti gli altri livelli di amministrazione del Governo centrale. In Umbria operano e si confrontano una miriade di soggettività diverse, imprenditoriali, professionali, associative, culturali, civili e religiose e che operazioni titaniche come la ricostruzione post terremoto o le grandi ristrutturazioni industriali sono avvenute in un quadro di forte coesione sociale a cui ha corrisposto un ampio ed esteso pluralismo. L’Umbria totalitaria del ministro Brunetta quindi non esiste».
Concorde Maurizio Ronconi dell’Udc: «Ha torto Brunetta quando afferma che in Umbria i voti sono comprati. E’ un torto agli umbri che in questo caso vestirebbero i panni di coloro che si fanno corrompere per un voto da dare alla sinistra. La situazione della regione è molto più complessa: è fatta di clientelismi ma anche di trasversalismi, di disattenzione perenne da parte dei governi romani, di qualsiasi colore, di una sinistra chiusa e impermeabile al necessario confronto. Ben vengano dunque i ministri in Umbria, purché la loro presenza non si riduca a superficiali comizi».
ALTRETTANTO DURO il segretario regionale del Prc Stefano Vinti: «Il consenso elettorale è stato guadagnato, liberamente espresso dagli umbri, che hanno premiato sia il radicamento territoriale, ma soprattutto le capacità di risposta all’esigenza di mobilità sociale e ai bisogni collettivi. Paradossalmente, nel corso degli anni, queste esigenze non si sono esaurite, anzi, sono ancora presenti e bisognerà tenerne conto, con le adeguate riforme e attualizzazioni».
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