Progetto del centro salute assisano Asl 2, Asad e liceo Properzio


BASTIA UMBRA – Conoscere, riflettere e discutere per evitare il pregiudizio nei confronti della malattia mentale. Questo scopo si prefigge il progetto “Chiamatemi per nome”, nato dalla collaborazione tra il Centro di Salute Mentale area dell’Assisano – Asl 2 Perugia, dalla società cooperativa Asad e dal liceo Properzio di Assisi e presentato ieri mattina nella sede del Csm di Bastia Umbra. “L’obiettivo è quello di creare una costante rete di collaborazione con le istituzioni – hanno detto gli organizzatori – per combattere lo stigma a cui una persona con disturbi mentali è spesso sottoposta a causa del comportamento discriminatorio degli altri. La portata innovativa del progetto è basata sui concetti di prevenzione e promozione, contrapposti ai più esplorati territori della cura e riabilitazione. il progetto si rivolge nel caso specifico alle classi quarte dell’istituto superiore Properzio, grazie alla volontà della dirigente Rosella Curradi. Si prevede l’utilizzo di metodologie che si affiancano alle lezioni frontali, come la visione di video, incontri diretti con i servizi del Csm e gruppi di discussione. Primo obiettivo è la diminuzione del pregiudizio e dello “stigma”, che gli organizzatori definiscono “comportamento di emarginazione e di isolamento, singolo o collettivo, che viene messo in atto verso i malati di mente”. Comportamento sociale che sviluppa nella persona soggetta a disturbi mentali ulteriori problematiche, a partire dalla mancata accettazione di sé. “E’ fondamentale il ruolo del contesto sociale – ha spiegato infatti il responsabile del Csm di Bastia e Ponte San Giovanni, il dottor Giampaolo Bottaccioli – che può favorire l’integrazione e la riabilitazione, o creare atteggiamenti di chiusura”. Per questo i coordinatori (Demetrio Cavillo, Maria Papa, Michele Starnini) hanno coinvolto in primo luogo le istituzioni, ottenendo il patrocinio e il sostegno dei comuni di Bastia e Assisi, in maniera da porre le basi per la creazione di una rete di collaborazione che le mantenga in stretto contatto con le Asl e le agenzie sociali.


Valentina Antonelli

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