Don Francesco: “Vittime della strada, una vera guerra. Diamo un senso al nostro piangere”
Chiesa gremita per i funerali del 23enne moto in moto
BASTIA UMBRA – “Ci rammarichiamo dei morti in guerra. E ogni anno in Italia muoiono sulla strada seimilacinquecento giovani. Ditemi se questa non è una guerra”. Così don Francesco Fongo ai familiari, amici e conoscenti di Rodolfo Camilletti, morto in moto la mattina di Ferragosto mentre percorreva la statale 319 Sellanese in direzione Borgo Cerreto. Gremita la chiesa; tanta la gente che anche dall’esterno ha assistito, in piedi, al funerale del ragazzo. Signori di una certa età e ragazzi giovanissimi, amici e parenti di Rodolfo, ma anche passanti che si sono fermati.
In commosso silenzio tutta la piazza. Da dove si sentiva solo la campana e l’omelia di don Francesco: “La nostra comunità vive un momento difficile, di profondo dolore; ma vogliamo che sia anche un momento di speranza, di ripresa del cammino. Vedo tanti giovani qui, oggi, mi fa piacere la loro sensibilità. Ci troviamo di fronte ad un nostro fratello giovane, è opportuno che noi, come comunità, troviamo il coraggio di cambiare quello che la società ci propone, per dare un senso, un valore e un futuro a questo nostro piangere: dobbiamo tener conto che non siamo onnipotenti, anche se è questo quello di cui ci illude questa società, anche attraverso i media e le pubblicità, per i quali siamo diventati solo dei numeri. Senza cuore, senza anima né personalità. La parola di Dio viene a darci speranza”. A seguire, il brano dell’Apocalisse in cui i discepoli, scossi da una morte dolorosa, vengono lentamente rincuorati dalle parole di Gesù. Ad assistere anche molti giovani motociclisti, accomunati dalla stessa passione di Rodolfo: quella che gli è costata la vita, a 23 anni.
Rodolfo Camilletti è morto in sella alla sua Honda RR 600. Una gita in Valnerina, che ha visto la sua tragica fine all’incrocio con la strada Meggianese, a Ponte Sargano, quando il 23enne si è scontrato contro una Fiat Punto, condotta da una persona del posto. Quasi un frontale, per una precedenza che il ragazzo non aveva dato e una velocità troppo elevata. Nonostante il casco, il violento impatto ha fatto morire sul colpo il centauro. A nulla è valso l’intervento dell’autoambulanza del 118. I carabinieri hanno solo potuto ricostruire la dinamica.
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