Sequestrati quintali di sostanze chimiche, 60 tipi diversi di prodotti
Secondo gli esperti potevano servire alla costruzione di bombe sporche
Trovate cartine con obiettivi evidenziati. Gli inquirenti al lavoro per decifrarle

 
Le cellule in sonno potevano essere innescate da un momento all’altro
I Ponti al setaccio: perquisizioni anche a Bastia, al Lago e nel tifernate



FRANCESCA BENE


PERUGIA – Non un caso isolato, ma una vera e propria rete di maestri del terrore. Il blitz che sabato mattina ha portato all’arresto dell’Imam Mostapha el Korchi e dei  due guardiani della moschea di Ponte Felcino, Mohamed El Jari e Driss Safika, ha visto perquisizioni in tutta la provincia di Perugia, dal Lago Trasimeno al centro storico di Bastia, fino a Pierantonio. La maggior parte dei controlli e dei sequestri è stata poi effettuata nelle frazioni che circondano il capoluogo umbro, da Villa Pirignano ai Ponti fino a raggiungere i piccoli centri al confine col Marscianese. In tutte le abitazioni “visitate” sono state trovate sostanze idonee alla costruzione di bombe, ma anche veleni. In tutto sono stati trovati 60 tipi diversi di sostanze chimiche. Si tratta di quintali di materiale.
Si tratta – ha spiegato il prefetto Carlo De Stefano, direttore centrale della Polizia di prevenzione (Ucigos), “di sostanze ad alta tossicità” e combinandole tra loro e con “altri elementi di facile reperibilità” era “possibile realizzare ordigni”.
Al vaglio degli inquirenti anche i documenti e il materiale informatico trovato nella casa del leader carismatico del gruppo e dei suoi 23 adepti. Una prima analisi del materiale sequestrato, secondo il capo dell’Ucigos “ha consentito di acquisire elementi confermativi circa la realizzazione all’interno della moschea di Ponte Felcino di un centro per la ‘formazione di terroristi’, funzionale all’addestramento paramilitare di militanti jihadisti”.
La pericolosità delle sostanze in questione è stata spiegata da Danilo Coppe, direttore dell’Istituto di esplosivistica italiana di Parma. Secondo l’esperto, quei prodotti sarebbero stati sufficienti a mettere assieme una “bomba sporca”. Si tratta di armi facili da costruire e proprio per questo costituiscono la nuova frontiera del terrorismo. Una bomba sporca è infatti un ordigno che al momento dell’esplosione è in grado di produrre, oltre al raggio più ristretto colpito dalla deflagrazione, una nube per scatenare molto disagio, paura e danni: un senso di depressione con effetto sedativo per scatenare ancora di più il terrore.
“C’é sempre più difficoltà a trovare kamikaze e le bombe sporche hanno il vantaggio – ha spiegato Coppe – di usare poco esplosivo”.
Nella lista resa nota dal prefetto Carlo De Stefano, Direttore centrale della Polizia di prevenzione (Ucigos), c’è appunto il cloralio idrato (un sonnifero), il potassio fosfato monobasico (un fertilizzante), magnesio solfato (un lassativo noto anche come sale inglese), solfato ammonio (un altro fertilizzante), acido ossalico (un acido irritante presenti negli sbiancanti e negli antirugine). Trovata anche l’idrazina solfato facilmente
fabbricabile con ingredienti di uso comune in casa per la pulizia e medicinali, capace però di produrre un vero e proprio esplosivo liquido. “Un mix molto pericoloso da fare solo all’aria aperta perché produce forti vapori tossici”, ha aggiunto l’esperto.
Oltre all’analisi delle sostanze trovate le indagini proseguono a pieno ritmo in tutte le direzioni.
Sono stati trovati elementi tali da rendere plausibile l’ipotesi che il gruppo fosse pronto ad agire sia in Italia che all’estero. Le cellule in sonno potevano essere innescate da un momento all’altro. Sono state infatti trovate anche mappe e cartine con obiettivi evidenziati. Ora gli inquirenti sono al lavoro per decifrarle.
Tra le indiscrezioni, non confermate dagli inquirenti, c’è anche quella che un aiuto agli investigatori possa essere giunto dalle dichiarazioni di un “pentito”.
Tornando alle indagini, nei prossimi giorni partiranno gli accertamenti informatici sui computer sequestrati nel corso delle perquisizioni e sulle decine di sim card e numeri di telefoni cellulari finora sconosciuti agli investigatori.
Intanto sono ancora in corso in Italia ma soprattutto all’estero le ricerche del quarto marocchino raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione Hammam. L’interrogatorio dell’imam potrebbe essere fissato nella giornata di oggi.

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