Lancetti è tornato per sempre nella sua Bastia
I FUNERALI
Le esequie dello stilista si sono tenute a Roma nella Chiesa degli Artisti Grande commozione
IL RICORDO
Toccanti le parole di don Francesco Fongo «Un grande uomo un autentico artista»
LA TUMULAZIONE
La bara di Lancetti è stata poi trasportata in Umbria:è stato sepolto nella cappella di famiglia
UNA CERIMONIA semplice, quella con cui parenti e amici, ieri pomeriggio nel cimitero del capoluogo, hanno dato l’estremo saluto a Pino Lancetti, il «sarto pittore» che si è spento all’età di 78 anni nella sua casa-atelier di via del Babuino, a Roma, nella notte tra mercoledì e giovedì. La messa era stata celebrata è stata celebrata al mattino nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
La salma è stata poi trasportata a Bastia dove è arrivata alle 15 e nella chiesa del cimitero è stato il parroco ad officiare le esequie.
«Un grande uomo, un autentico artista — ha detto don Francesco Fongo — che ha segnato in modo indelebile la storia di Bastia».
Schivo e riservato nella vita, pur essendo stato protagonista nel mondo della moda femminile lanciando uno stile che ha lasciato un segno indelebile, se n’è andato senza clamore, ma nell’affetto dei suoi cari e nell’ammirazione di amici ed estimatori.
E’ stato tumulato nella cappella di famiglia, nella parte più antica del cimitero accanto al padre Memmo e alla madre Adalgisa, alla quale è rimasto sempre molto legato.
«NON DOBBIAMO chiedere a Dio perché ce lo ha tolto, ma ringraziarlo perché ci ha fatto conoscere un artista, un genio, lo stilista-pittore che piu’ di ogni altro ha rappresentato con i suoi colori tutto l’Universo, la bellezza, una persona meravigliosa». Erano state queste le toccanti parole che , nell’officiare la messa funebre a Roma, Don Antonio — parroco di Santa Maria del Popolo — aveva usato per descrivere Pino Lancetti. Il rito era stato celebrato nella Chiesa degli Artisti dal sacerdote e dal parroco della Chiesa di San Giacomo, don Giuseppe, in presenza delle sorelle dello stilista, Edda, Wanda e Lorena, dei nipoti, del suo fedele amico di una vita e braccio destro Ninfo Burruano, delle decine di sarte che hanno lavorato nell’atelier fino al ’99, delle modelle storiche amate da Lancetti, Barbarella, Gianna e Danka, degli stilisti amici, come Krizia, Raffaella Curiel, Carla Fendi, il pellicciaio Rodolfo De Carlis, della stampa che lo amava.
HANNO DATO il loro ultimo saluto a Lancetti — in un’atmosfera di intensa commozione — anche Gianni Letta e Marisela Federici.
«Confesso — ha rivelato Raffaella Curiel tra le lacrime — che Pino mi ha insegnato tutto sul colore. E’ stato un maestro per me, e credo per tutti, cosa che nessun altro tra di noi avra’ mai il coraggio di ammettere».
m.s.
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