IL LUTTO AVEVA 78 ANNI 
 
— BASTIA —
LA NOTIZIA si è sparsa subito con grande clamore, qui a Bastia, dove vivono due sorelle di Pino Lancetti, scomparso nella notte a Roma, nella sua residenza in via Bocca di Leone. Con lui se ne va il più grande stilista di moda di origini umbre del secondo dopoguerra. Giuseppe, detto «Pino», era nato a Bastia il 27 novembre 1928, dal padre Guglielmo Lancetti e dalla madre Adalgisa Ciancaleoni. Negli ultimi cinquant’anni, da quando cioè si è trasferito a Roma con la sorella Edda per esprimere appieno le sue straordinarie doti artistiche, i contatti con il suo paese d’origine sono stati sporadici e tutti strettamente privati: con la famiglia (in particolare con le sorelle Lorena e Vanda e la nipote Domietta) e con qualche amico. Lo ricordano meglio i cinquantenni e i più anziani bastioli che insieme a lui hanno frequentato i vicoli dove Pino ha mosso i primi passi. Da via Sant’Angelo, il vicolo più antico dove risiedeva con la famiglia fino al bar centrale in piazza Mazzini, gestito dal padre Memmo e ritrovo fino agli anni Sessanta dei vecchi bastioli. Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia si è trasferito a Roma. «Non l’ho conosciuto personalmente — ha dichiarato il sindaco Lombardi — ma ho raccolto tantissime testimonianze di chi l’ha conosciuto come uomo squisito, di grande umanità e straordinario talento». La città di origine gli ha attribuito alla fine degli anni Novanta il premio speciale ‘Insula Romana’, riservato ai bastioli che si sono affermati nel mondo. Glielo consegnò a Roma la professoressa Edda Vetturini, presidente del premio, che aveva con Pino Lancetti una lunga consuetudine di interesse culturali anche per la storia locale. E proprio nel cimitero di Bastia sarà traslata la salma da Roma, domani, dopo i funerali che si terranno alle ore 11,30 nella chiesa di Santa Maria del Popolo.


LA NOTIZIA della scomparsa di Lancetti è stata appresa con dolore anche Gualdo Tadino, dove lo stilista, definito anche qui da molti ‘sarto-pittore’, aveva trascorso anni della sua vita, sino in pratica al 1950. Non pochi ricordano le sue esperienze gualdesi di pittore per la produzione di ceramiche tradizionali. Era riservato, Lancetti, e portava nel cuore — senza clamore ma con grande passione — le sue radici umbre. Anche dopo che il successo lo aveva baciato, non dimenticò la sua terra. Lo stilista era infatti solito tornare nella sua città soprattutto d’estate, per percorrere i sentieri della «sua» montagna.


IL SINDACO di Gualdo Tadino, Angelo Scassellati, non nasconde «dolore e amarezza per la notizia della morte di Lancetti, che a Gualdo Tadino è conosciuto anche per essere originario del luogo». Nella sua vita — riconosce il primo cittadino gualdese — ha «sempre dimostrato di essere attaccato a questa città in cui è vissuto fino agli inizi degli anni ’50 e nella quale iniziò la sua carriera artistica come apprendista nella rinomata Ceramica del professor Alfredo Santarelli, di cui è stato allievo. Amava ritornare a Gualdo, e in modo particolare in montagna, lungo i sentieri del Serrasanta e di Valsorda, che aveva conosciuto benissimo durante la sua giovinezza. Nel ricordarlo, esprimo le più sentite condoglianze ai suoi famigliari e a tutti gli amici che hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo».
Massimo Stangoni
Alberto Cecconi

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