Con due assenti per opportunità il «parlamentino» dei rutelliani inguaia il sindaco
Rivendicato potere di veto sui cambiamenti


BASTIA — Sembrava ormai acquisita la necessità di un «rimpasto» della Giunta Lombardi, quando invece l’altra sera l’assemblea degli iscritti della Margherita ha approvato un documento, un autentico «stop» che, se disatteso, matterebbe a rischio la stessa sopravvivenza della maggioranza di centrosinistra. I segnali provenienti dai «rutelliani» nelle scorse settimane sembravano tenere una porta aperta alla pressante richiesta dei Ds per il rimpasto. Il coordinatore comunale Antonio De Martiis, a questo punto, ha voluto portare la questione dal direttivo all’assemblea che non solo ha confermato la fermezza della posizione finora espressa dal vertice nel negare la sostituzione dei propri assessori, ma è andata oltre chiedendo che qualsiasi cambiamento nella linea politica dovrà essere sancito da un voto della stessa assemblea. «Il sindaco può effettuare le scelte che ritiene più opportune, assumendosi la responsabilità politica delle proprie azioni». Un’autentica sfida avallata all’unanimità dagli iscritti della Margherita, mentre solo Giancarlo Lunghi e Pino Minelli (entrambi ex socialisti) sono usciti per non esprimersi. Sempre venerdì, nell’ambito delle consultazioni varate dal sindaco per saggiare l’umore dei partiti della coalizione, la delegazione dei Comunisti italiani ha detto esplicitamente a Lombardi che qualsiasi variazione significherebbe la rottura dei delicati equilibri faticosamente raggiunti nella coalizione che ha vinto le amministrative del 2005. Ora spetterà ai Ds trovare una formula per uscire dall’impasse del rimpasto che si è rivelato un autentico «boomerang».
m.s.

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