AGRIUMBRIA Conto alla rovescia per la grande manifestazione fieristica organizzata a Bastia 


BASTIA — Potrebbe sembrare il solito ritornello di una vicenda già scritta e vissuta, ma la protagonista della 38ma edizione di Agriumbria sarà ancora un volta la mostra nazionale della chianina.
Per la manifestazione, che aprirà i battenti venerdì prossimo, gli spazi fieristici di Bastia sono stati tirati a nuovo: asfaltatura dei piazzali, allestimento di grandi tensostrutture a nord della superstrada, tutto per preparare al meglio la struttura ad accogliere la principale e più antica rassegna organizzata da Umbriafiere.
La mostra mercato agrozootecnica e alimentare, che ma mosso i primi passi alla fine degli anni Sessanta, ha vissuto fasi alterne, di alti e bassi. Questi andamenti ciclici spesso sono stati legati ai flussi del mercato agricolo e degli allevamenti.
Ecco spiegato perché è la razza chianina a imporsi all’attenzione generale grazie, non solo alle sue notevoli potenzialità, tante volte declamate nelle precedenti edizioni di Agriumbria, ma che oggi può rappresentare un marchio del successo italiano nella produzione dei bovini di qualità. I produttori, infatti, non riescono a far fronte alla domanda di questo tipo di carne bovina, che è triplicato negli ultimi anni, soprattutto dopo le cocenti delusioni e le paure di «mucca pazza».
Negli ampi spazi del centro fieristico «Maschiella» troveranno posto centinaia di bovini, non solo della chianina, ma anche di altre razze quali la frisona (mucca da latte), oltre a suini, ovicaprini e avicunicoli.
«Saranno duecento i capi della chianina presenti in fiera e provenienti dagli allevamenti umbri e toscani — ha annunciato Fausto Luchetti presidente dell’Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da carne) —. Agriumbria, infatti, rappresenta una vetrina impostante, un momento di confronto tra gli operatori; me al di là dell’aspetto commerciale si registra anche la soddisfazione degli allevatori di proporre i migliori capi».
Attualmente, nelle stalle italiane sono 12mila i capi della chianina, la maggior parte dei quali allevati nelle province di Arezzo, Siena e Perugia.
La rassegna, che si svolgerà dal 31 marzo al 2 aprile a Bastia, prevede anche convegni con la partecipazione di allevatori e rappresentanti delle istituzioni, a confronto per la formulazione di un piano organico finalizzato a incentivare lo sviluppo degli allevamenti necessario a soddisfare le crescenti richieste di mercato della carne pregiata.
«La mostra di Bastia, diventata un punto di riferimento nazionale per il settore agrozootecnico – sottolinea Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere Spa – è anche nelle condizioni di affrontare e proporre soluzioni avanzate, sia per la zootecnia, che per l’intera filiera agroalimentare».
M.S.

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