MONIA BOCCALI
BASTIA UMBRA – “Quando penso ad Arrone e all’Arrone mi torna in mente soprattutto la gente e per gente intendo il Presidente Cassetti, i dirigenti, i tifosi,che mi hanno subito accolto, il primo anno, in maniera eccezionale e di cui conservo un ricordo unico”. Con queste parole De Nigris apre il percorso a ritroso, in un passato ancora prossimo, che riporta l’attuale tecnico del Bastia a rivivere l’esperienza vissuta alla guida dell’Arrone. “E’ stata una grande opportunità per la mia carriera di allenatore, un ‘avventura che mi ha dato molto anche a livello umano ed è per questo che affrontare da avversario la mia ex squadra non mi lascia del tutto indifferente”. Nella passata stagione il ricordo più bello è sicuramente legato all’incredibile girone di ritorno, che ha visto l’Arrone perdere con uno spareggio l’opportunità di disputare i play-off. “Se non sbaglio abbiamo totalizzato 29 punti, una media altissima ed è ancora cocente la delusione per non essere riusciti, a quel punto, a centrare l’obiettivo dei play-off”. Qualche rimpianto anche per un rapporto, quello tra tecnico e società, che non ha avuto poi prosecuzione in questo campionato? “E’ stata una separazione determinata da cause esterne alla mia volontà e a quella della società. A fine stagione ero stato riconfermato alla guida della squadra, ma per diversi motivi ho preferito avvicinarmi a casa ed è per questo che ho accettato di iniziare un ‘esperienza per me altrettanto importante a Bastia”.
Qual è la differenza principale tra l’Arrone di Stefano De Nigris e quello di Carmelo Genovasi? “Se penso alla squadra del girone di ritorno dello scorso campionato, direi che le due formazioni si somigliano molto. E’ chiaro poi che gli ulteriori acquisti effettuati dalla società fanno poi la differenza e la stagione da protagonista che l’Arrone sta disputando ne è la dimostrazione lampante. Sono certo, però, che se avessi potuto schierare sin dall’inizio giocatori del calibro di Grilli e Calvaresi, ci saremmo potuti togliere qualche altra soddisfazione. Avevamo un gran gruppo, affiatato ed unito”.
Può svelarci allora anche qualche simpatico aneddoto? “Non potrò mai scordare una sera, durante un allenamento, lo scherzo che mi fecero i ragazzi. Con una Cinquecento stavo tirando la rete per sistemare un po’ il campo. All’improvviso sono stato letteralmente accerchiato dai miei giocatori che hanno cominciato a prendere a pallonate la povera Cinquecento, un po’ come facevano Roberto Carlos e altri campioni nel famoso spot della Nike. Questo è solo uno dei tanti momenti divertenti condivisi da quel gruppo fantastico”.
Cosa le piacerebbe dicessero di lei, oggi, ad Arrone? “Vorrei che mi considerassero un buon allenatore, ma che soprattutto mi stimassero come persona.
Un grande allenatore è colui che vince e colleziona successi, ma a me interessa prima di tutto essere considerato per la mia affidabilità di uomo”.
Cosa dirà al Presidente Cassetti prima della partita? “Auguro all’Arrone, alla società e ai suoi tifosi di vincere questo campionato, se lo meritano, ma penso che riusciranno a farlo lo stesso senza venire a prendere 3 punti a Bastia”.
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