Per il furto finito in tragedia ora in cella ci sono quattro indagati
 
 BASTIA UMBRA – Il cerchio si è stretto. Forse definitivamente. Il giudice Chiara Matteini ha interrogato Antonio Scozzafava arrestato dai carabinieri di Cannara e accusato di far parte della banda che sequestrò e uccise, a Ospedalicchio di Bastia, l’anziano Luigi Masciolini. Scozzava è difeso dall’avvocato Vincenzo Rossi. Secondo le indagini svolte dall’Arma e coordinate dal pm Manuela Comodi della gang, che entrò nella casa del Masciolini e della moglie, avrebbero fatto parte Bruno Albini di 33 anni, Thomas Poropat di 23 anni, Francesco Rota e Antonio Scozzafava. La soluzione del caso è legata, in larghissima parte, a una intercettazione ambientale fatta dai carabinieri nel carcere di Sabbioni a Terni, dove era detenuto Sergio M., cognato di Bruno Albini. Quest’ultimo, parlando con il marito della sorella, aveva fornito elementi decisivi per risolvere il caso. La rapina era stata consumata in una notte di settembre del 2004, quando un gruppo di malviventi entrò nell’abitazione di due anziani coniugi (il Masciolini, 85 anni e la moglie, Maria Ragni, 78 anni) pretendendo che consegnassero denaro che i due non avevano. Per costringerli a rivelare dove tenevano i soldi, i due vecchi furono legati, imbavagliati e pestati a sangue. Dopo ore di violenze da “Arancia Meccanica” i banditi se ne andarono con meno di mille euro e qualche monile d’oro. L’allarme scattò nel primo pomeriggio, dopo ore dai fatti. E quando i carabinieri arrivarono Masciolini era morto; la moglie, in gravi condizioni, venne soccorsa e ricoverata in ospedale ad Assisi.

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