di ADRIANO CIOCI


BASTIA – Un po’ più di uno slogan: la sagoma di un vocabolario sullo sfondo e le parole “agricoltura e agricultura” in primo piano per Agriumbria. «Abbiamo pensato – dice Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere – di progettare un centro di formazione stabile per i settori dell’agricoltura, allevamento ed alimentazione, con valenza extra regionale, in grado di fornire ogni tipo di supporto, ad iniziare da quello organizzativo e dell’informazione. Tutto ciò mobilitando le maggiori “menti” oggi sul mercato. E’ chiaro che non abbasseremo la guardia sui versanti della sicurezza e della promozione. Sotto questo profilo per il 2006 verranno riproposte le mostre della chianina e della frisona».
Ma Umbriafiere, seppur riconoscendo in Agriumbria la propria punta di diamante, guarda sempre più in alto. Evaporati i dubbi sul riconoscimento del ruolo regionale della struttura di Bastia, Bogliari ricorda che si intensificano le collaborazioni di Umbriafiere con i Comuni, già ad esempio Montecastrilli e Avigliano.
«C’è bisogno – continua Bogliari – non tanto di far capire che il nostro è un centro al servizio del sistema economico umbro, perché ormai tutti lo sanno, quanto di far comprendere che tenere una fiera nel proprio luogo di produzione è assai più conveniente e fruttuoso che migrare in una grande e fredda esposizione, dove si può trovare di tutto, ma non si percepisce il segno delle cose». Su questa strada Umbriafiere si è data una “risistematina”, impiegando i 2,5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione e dal Comune di Bastia. I lavori sono appena ultimati. Sono serviti per interventi sulle coperture, per la messa in sicurezza dei tre padiglioni e per nuovi impianti tecnologici. Adesso la struttura è al passo con i tempi. Ma c’è un progetto di totale ristrutturazione. «Un centro fieristico – conclude Bogliari – deve essere esteticamente bello per fare in modo che i prodotti possano trovare il giusto risalto. Il progetto che abbiamo presentato da poco vuole coniugare funzionalità ed estetica: vetri, trasparenze, legno lamellare e grande presenza di verde. A primavera la progettazione potrà partire e tra due o tre anni si vedranno i primi risultati». La ricerca di nuovi soci tra le istituzioni pubbliche è per il momento congelata, gli sforzi sono concentrati verso i privati. Ma occorre puntare sulla innovazione tecnologica ad oltranza.
 

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