PERUGIA – C’è qualcuno che conosceva bene i Masciolini. Che li teneva sott’occhio e che sapeva che nella loro abitazione di Ospedalicchio si sarebbero dovuti trovare molti soldi, quelli provenienti, si ipotizza, dalla vendita di un terreno agricolo. Un basista del luogo, ma non per forza. Forse un nomade, è un’ipotesi, ben informato, quanto meno a sufficienza per avere la soffiata giusta. Certo del “buon” colpo da mettere a segno il gruppo si è messo in moto. Ha organizzato l’irruzione nell’abitazione dei due anziani andando dritto verso l’obiettivo. Ma il denaro che erano certi di trovare, non c’era o Luigi Masciolini (foto) non ha parlato, pagando con la morte. Percosso e legato, insieme alla moglie, era stato infatti trovato cadavere la mattina del 24 settembre dal figlio. Vicino a lui, la moglie. Ferita e immobilizzata per quindici ore, ma ancora viva. A distanza di un anno tre dei presunti autori sono finiti in manette, tre nomadi italiani, uno dei quali di Perugia. Ma gli inquirenti non escludono che manchi ancora qualche anello della catena. Probabilmente proprio quello di congiunzione con il territorio, il basista della banda, fatti di pendolari delle rapine, reclutati in varie parti d’Italia, non a caso gli altri due fermati sono stati presi a Prato e Genova, che aveva “studiato” la famiglia Mascolini, permettendo di organizzare il colpo. Ieri intanto il gip Claudia Matteini ha convalidato l’arresto di A.B., il 33enne residente a Perugia. I suoi legali, Gianni ed Eugenio Zaganelli, hanno annunciato di fare istanza al tribunale della libertà.
ELLEFFE

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