Dopo le dimissioni del presidente Maurizio Petrini dubbi sul futuro dell’azienda di Bastia
BASTIA – La fuoriuscita dalla Petrini 1822 (7 stabilimenti in Italia per 4 milioni di quintali di mangimi per animali prodotti ogni anno) del presidente del consiglio di amministrazione, Maurizio Petrini, uno dei protagonisti tra l’altro del salvataggio dell’azienda al momento della crisi, suscita forti perplessità nel sindacato. Recentemente in una lettera indirizzata ai colleghi e ai lavoratori Petrini ha spiegato che sarebbe uscito dall’azienda in virtù di un accordo con l’altro proprietario, Marino Mignini, per il quale in caso di uscita di uno dei due l’altro avrebbe riacquistato la quota. Fin qui niente di strano. Quello che preoccupa il sindacato è che nella lettera di dimissioni Petrini parla anche di “divergenze di vedute sulla strategia aziendale”. “Cosa significano queste divergenze – si chiede Alessandro Petruzzi della Flai Cgil – chi subentrerà a Petrini, se qualcuno gli subentrerà e cosa ha in mente per il futuro il management dell’azienda?”. Questi interrogativi, dai quali dipende il futuro dei lavoratori dello stabilimento bastiolo e di quelli del mulino di Bastia, recentemente preso in affitto dalla stessa Petrini, saranno presto al centro di un incontro che il sindacato ha chiesto non solo all’azienda, ma anche all’amministrazione comunale di Bastia, anch’essa fortemente interessata a capire cosa sta accadendo all’azienda. “La fuoriuscita di Petrini – conclude Petruzzi – ci sembra un fatto di tutto rilievo, sul quale non si può certo tacere e far finta di nulla”.
Fab. Ri.
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