Incontro sindacale nell’epicentro del caso Hemmond
BASTIA — È indispensabile, oggi più di ieri, che il settore moda in Umbria diventi un sistema, una sorta di distretto, capace di competere in Italia e all’estero. Questa è l’esigenza emersa nel corso del convegno, promosso dalla Uilta-Uil, nel palazzo municipale al quale hanno partecipato il segretario nazionale di settore Edoardo Rossi, quello della Uil regionale Roberto Silvestri, l’assessore umbra Ada Girolamini, il sindaco di Bastia Lazzaro Bogliari e il direttore di Sviluppumbria Vinicio Bottacchiari. Giorgio Salucci (Uilta-Uil) ha ricordato che negli ultimi dieci anni l’Umbria ha perduto quasi tutti i grandi produttori (da Ginocchietti all’Icap) e, in sede locale la Hemmond (nella foto). Ancor più grave il fatto che negli ultimi 18 mesi hanno chiuso 350 aziende con la dispersione di circa duemila addetti. Secondo il segretario nazionale Rossi non vanno inseguite le chimere asiatiche, ma rafforzate le vocazioni italiane puntando su qualità e tecnologie. Ad un anno dall’ingresso nella Hemmond del nuovo proprietario Ferrante, il progetto è ancora alla fase iniziale: solo 4 ex dipendenti riassunti tra una decina di addetti, mentre il centro di formazione è sulla carta. Salucci ha detto che è il momento di riaprire il tavolo di concertazione con le istituzioni. Regione e Comune attraverso Girolamini e Bogliari si sono dichiarati disponibili.
m.s.
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