Promozione B La rimontona vista dal tecnico: “Per Cinzia, questa piazza ha fame. Mamma amuleto”

Alessandria vola in Eccellenza: “Ci ho sempre creduto, noi sprinter come Supermario”

di Tommaso Ricci
BASTIA UMBRA I numeri del successo ognuno li legge come vuole. Dieci gol fatti, solo tre subiti, sette partite di cui sei vinte e una persa. “Ma quel ko al 94’ a San Venanzo, credetemi, è stato il risultato più importante, vitale – dice Antonio Alessandria – perché, per gli incastri di classifica, ha costretto e dato allo stesso tempo l’opportunità a tutti di giocarsi tutto fino all’ultimo, ciascuno per i propri obiettivi, San Venanzo in primis che è ai playoff”. Il tecnico del Bastia, campione nell’anno del centenario del club, è così: per lui i numeri non sono mai freddi, ma solo occasione di analisi. E non è un caso se l’insegnamento di Marcello Pasquino, suo mentore allo Spoleto una vita fa, sia ancora ben impresso nella mente e nel cuore dell’allenatore calabrese ma bastiolo d’adozione. “Ogni allenatore ha il proprio modo di vedere il pallone – continua – ma la proposta che mi piace è quella che ho studiato da Marcello, il fatto di essere sempre aggressivi, di dare un’identità alla squadra e solidità alla difesa. Dagli spalti, anche se non vedevi spuntare in panchina la testa del mister, capivi subito che quella era una sua squadra”.Sedutosi in panchina dopo la 22esima, Alessandria ha compiuto quella rimonta che tutta Bastia voleva, puntando sulla difesa a tre, sfruttando fino in fondo le possibilità che la rosa offriva e rilanciando giovani come Corriale e Maceri che, alla fine, si sono rivelati, insieme ad altri Under, determinanti: “Sono sincero quando dico che ci ho sempre creduto, ai ragazzi settimana scorsa ho detto che avremmo dovuto sprintare come faceva Mario Cipollini con la bici, stare attenti al ruota contro ruota col Campitello per non cadere e poi spingere sui pedali. Abbiamo vinto al fotofinish, con un grande spunto. Bravi tutti, ho allenato una squadra con valori tecnici e morali. Un grazie anche a chi mi ha preceduto per aver permesso alla squadra di stare sempre lassù, a giocarsela”. Una corazzata in casa, il nuovo Bastia di Alessandria, che proprio domenica al Degli Esposti ha festeggiato il ritorno in Eccellenza a distanza di due anni: “Società e tifosi hanno fame di calcio, sono ambiziosi e io come loro – aggiunge – e questa fame non è ancora del tutto saziata”. Alessandria e Bastia, quindi, ancora insieme? “Vedremo – sorride -, mio figlio Giuseppe mi dice sempre ‘rimani, così posso venire a vederti ogni domenica’, lui gioca con i Piccoli amici qui a Bastia e ormai è un ultrà. Domenica c’era anche mamma allo stadio, è diventata un amuleto per me. Ha seguìto solo due gare ma non da poco: la vittoria con il Livorno quando ero a Città di Castello e questa promozione…”. Dedica quindi al giovane Alessandria di casa? “Pure alla sorellina Alice e soprattutto a mia moglie Cinzia che mi supporta sempre, è per lei questa vittoria”. Che è la quarta in carriera dopo quella di Spoleto nel 2006, quella con la Juniores nazionale del Castel Rigone e quella con la Berretti dell’Arezzo nel 2016.
Poker. Meglio di così…

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