Il fatto non costituisce reato. La transessuale brasiliana era accusata di omicidio preterintenzionale del 22enne

La madre: “Mi viene da vomitare, ho perso la fiducia”. Il difensore Gatti: “Legittima difesa”

di Alessandro Antonini
PERUGIA Per la giustizia non c’è un responsabile della morte del 22enne Samuele De Paoli, trovato cadavere in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte, il 27 aprile 2021. Hudson Pinheiro Reis Duarte, in arte Patrizia, è stata assolta in primo grado perché il fatto non costituisce reato. La trans brasiliana, accusata di omicidio preterintenzionale, aveva ammesso di aver stretto al collo il ragazzo per difendersi in una colluttazione. Il Gup Piercarlo Frabotta,all’esito del rito abbreviato, ha pronunciato ieri sentenza di assoluzione. Il procuratore generale della Corte d’appello Sergio Sottani – che aveva avocato a sé il procedimento dopo la richiesta di archiviazione della procura di Perugia con il primo capo d’imputazione derubricato in omissione di soccorso – ha chiesto sei anni e l’espulsione dall’Italia. L’avvocato della famiglia De Paoli, Marilena Mecchi, ha proposto la condanna per omicidio volontario e in subordine per il preterintenzionale. Il difensore di Patrizia, Francesco Gatti, ha invece chiesto l’assoluzione. Così è stato. “Mi viene da vomitare – ha detto la madre di Samuele, Sonia Sorbelli -è uno schifo, sono delusa da tutto il sistema. Siamo convinti che è andata diversamente da come ha raccontato, ma una persona del genere non può stare in libertà”. “Mamma e familiari – spiega l’avvocato Mecchi – non sono affatto contenti. Anche se siamo stati sempre convinti che Pinheiro c’entrasse fino a un certo punto, comunque un ragazzo è morto e non si è ucciso da solo. Cosa faremo? In linea teorica il procuratore generale potrebbe fare appello. Dobbiamo aspettare i 90 giorni per il deposito della sentenza. Ho già un mandato della famiglia per presentare una querela per tutto quello che non è andato nelle indagini: reperti non analizzati, dna non verificati (quattro mai comparati), taglio di alcuni filmati,incongruenze sull’interrogatorio.
Noi restiamo convinti che quella sera non c’erano solo loro due. C’era almeno una terza persona. In ultimo, voglio segnalare un fatto grave. Sono usciti articoli on line delle 13,30 relativi all’assoluzione e noi a quell’ora stavano ancora pronunciando le arringhe. La sentenza – che è stata letta alle 15,15 – era già pronta? La famiglia si è sentita presa in giro”. “Prima di ogni dichiarazione – ha detto Gatti – non possiamo dimenticare la grande tragedia che c’è a monte in questa storia, con la morte di un ragazzo di soli 22 anni. La sentenza di assoluzione ci soddisfa pienamente ed era uno degli esiti che ci aspettavamo. Il tribunale, vista la formula, dovrebbe aver ritenuto che Patrizia abbia agito per legittima difesa. Aspettiamo in ogni caso le motivazioni per fare ulteriori eventuali commenti”.

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