Un’anticipazione dell’intervento di Antonio Mencarelli all’incontro di sabato prossimo al Centro San Michele sul Salvataggio dei Pini di via S. Francesco

Di Antonio Mencarelli

Quando Bastia era tutta compresa dentro le mura dell’antica ”Isola”, la presenza di alberi era sporadica e si poteva trovare in qualche orto appartenente alle famiglie più benestanti, in piccoli giardini, in spazi comunque ridotti. C’erano palme, arbusti, piante da frutto e poco altro.

Quando fu costruito il ponte di S. Lucia (1880) la via di accesso fu fiancheggiata da una doppia fila di gelsi, ancora esistenti.

Altra fila di gelsi fu piantumata ai bordi del Campo del mercato dopo i lavori di sistemazione dell’area (1892). Il fogliame veniva venduto per la coltivazione del baco da seta e questo spiega la preferenza per questo tipo di albero.

I lecci fecero la loro apparizione dopo il 1907, data di apertura del mattatoio comunale e sono ancora visibili, molto ingranditi tanto da coprire quasi tutta la facciata dell’edificio.

Altri lecci si trovano nel viale della stazione, collocati nel 1927 in occasione dell’ampliamento del piazzale antistante lo scalo ferroviario.

Sempre in questo periodo alberi di varie specie si potevano notare ad esempio nella villa Lolli, all’inizio di via Roma, prima del loro recentissimo abbattimento ad opera del proprietario.

A metà degli anni ’30 sono i pini ad essere scelti in grande quantità per abbellire via Roma e tutta la zona attorno al tabacchificio Giontella, offrendo una identità all’ampliamento urbano ideato nei primi anni ’50.

Link all’articolo completo https://progettobastia.it/2023/06/viali-e-alberi/

Sfoglia anche la rassegna fotografica nell’articolo I pini a Bastia 1954-2017. Le foto aeree  https://progettobastia.it/2023/07/1954-2017/

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