L’avvocato Marilena Mecchi che assiste la famiglia ha depositato un filmato della videosorveglianza

PERUGIA Samuele De Paoli non era da solo con la trans Patrizia. Forse è stato ucciso altrove e portato a Sant’Andrea delle Fratte per depistare e inscenare una morte diversa da quella vera. Perché? Perché potrebbe aver visto qualcosa che non doveva. I familiari del giovane di Bastia, morto a 21 anni, secondo l’accusa, nella lite con Hudons Pinero Reis Duarte, tramite l’avvocato Marilena Mecchi, chiedono che si indaghi ancora sulla morte di Samuele. Perché, sostengono, ci sono elementi non approfonditi che potrebbero cambiare la ricostruzione di quanto accaduto la sera del 26 aprile 2021, circa 12 ore prima che il corpo del ragazzo venisse ritrovato in un canale della prima periferia di Perugia. In particolare, sottolinea la legale, la famiglia chiede che vengano analizzati i quattro preservativi trovati in auto, ma anche la cicca di una sigaretta, «e le tracce di dna maschili sul volante e sui tappetini della vettura». Dna diversi, spiega l’avvocato Mecchi che «confermerebbero la presenza di più persone». «Abbiamo depositato anche un video con le immagini acquisite dalle telecamere della zona che evidenziano la presenza di altre persone» sottolinea ancora l’avvocato che, concorda «e ci associamo alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura, ma chiediamo che si indaghi ancora. Siamo convinti che si sia trattato di un omicidio, ma abbiamo il sospetto che si sia trattato di un omicidio volontario, non preterintenzionale». «Ci sono elementi che ci fanno pensare che Samuele sia stato portato lì nel luogo del ritrovamento quando era già morto e quindi scaricato dall’auto». Un particolare? «Aveva le calze asciutte. Eppure, quel giorno pioveva, non lo sarebbero state se fosse rimasto tutte quelle ore nel campo». L’udienza preliminare è fissata per il 15 marzo. La Procura della della Repubblica aveva chiuso le prime indagini ritenendo che non ci fossero elementi per ipotizzare l’omicidio anche preterintenzionale. La Procura generale, avocata l’inchiesta, ha riportato, invece, l’accusa sull’ipotesi originaria. Ora la parola al giudice. 

elleffe

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