LA SENTENZA
PERUGIA Assolto «per non aver commesso il fatto». Passando, così, da colui che aveva quasi causato la morte di un tifoso rivale a un ultrà che ha soltanto partecipato a una rissa post partita. Violenta, violentissima, ma senza aver tentato di ammazzare nessuno. E la vittima di quello che (fino a ieri) era un tentato omicidio a sua volta è stato condannato perché il colpo alla testa che quasi lo ha ammazzato è arrivato proprio nel corso di quegli scontri cui stava partecipando.
Eccolo, l’epilogo dei bruttissimi fatti nel dopo partita di Bastia-Foligno, derby disputato il 6 aprile di sette anni fa. O meglio, parte dell’epilogo. Perché alla fine, dei sedici ultras bastioli e folignati complessivamente finiti sotto processo soltanto due sono stati completamente assolti, mentre gli altri tredici hanno avuto pene che vanno dall’anno e due mesi all’anno e otto mesi.
LA DECISIONE Il dispositivo, letto ieri intorno alle 15.30 dal giudice Carla Maria Giangamboni (il collegio era completato a latere da Matteo Cavedoni e Paolo Sconocchia), nel passaggio principale è stato una sorpresa: soltanto 24 ore prima, nella richiesta al termine della discussione, il pubblico ministero Gemma Miliani aveva chiesto una condanna a sette anni nei confronti di Michele Medici, il tifoso del Bastia accusato di tentato omicidio perché considerato colui che durante gli scontri aveva lanciato il sasso che aveva colpito alla testa il supporter folignate Massimiliano Antonelli provocandogli gravissime ferite e quasi uccidendolo.
Per il collegio giudicante invece, Medici «non ha commesso il fatto». Come è possibile un ribaltamento così netto? Lo si potrà leggere nelle motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni, ma secondo quanto si apprende gli elementi potrebbero essere due. Anzitutto il video della rissa che i legali di Medici, gli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti, hanno fatto analizzare da un consulente e che, una volta ingrandito e rallentato, mostrerebbe come ci sarebbero anche tre sassi lanciati dai folignati. In secondo luogo, la perizia del medico legale Sergio Scalise Pantuso che suggerisce un’ipotesi alternativa: quella cioè di un pugno a seguito del quale Antonelli cade a terra battendo pesantemente la testa. Elementi insomma che farebbero perdere sostegno probatorio all’identificazione di Medici come il lanciatore del sasso oltre ogni ragionevole dubbio. «Siamo soddisfatti che il collegio abbia valorizzato anche la tesi difensiva e che non poteva essere dimostrato il tentato omicidio né le lesioni» commentano gli avvocati Berretti e Maori.
LE CONDANNE Come detto, Massimiliano Antonelli (difeso dall’avvocato Giovanni Picuti) è stato condannato a un anno e due mesi per rissa aggravata senza neanche sospensione condizionale della pena. Allo stesso modo di Medici, che comunque si è salvato dall’accusa principale. Condannati a quattordici mesi anche Daniele Fortini (anche per lui niente pena sospesa), Matteo Calzuola, Michelangelo Battistini, Giordano Bruschi, Elia Santarelli, Roberto Giglioni, Nicola Palini, Marco Antonio Morlino e Michele Menichini.
A un anno e otto mesi sono stati invece condannati Mattia Bazzucchi, Stefano Donati e Lorenzo Stella.
A uscire completamente puliti dalla vicenda sono Davide Falcinelli e Nicola Bianchi. Anche per loro la formula di non «aver commesso il reato», insomma di non aver per i giudici partecipato in alcun modo alla rissa post partita. «Siamo soddisfatti perché dopo un lungo dibattimento è stata sancita l’estraneità del mio assistito dall’aver partecipato alla rissa. L’istruttoria ha permesso di confermare ciò di cui eravamo da sempre convinti» sottolinea l’avvocato Francesco Crisi, legale di Bianchi.
Finisce così dunque il primo tempo della storia giudiziaria di quel derby di follia e violenza. Vinto sul campo dai falchetti, ma fuori perso da tutti.
Michele Milletti

Loading

comments (0)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.