Dopo il nuovo episodio di violenza in cui è rimasta coinvolta la trans parla Sonia, madre del 22enne ucciso
di Alessandro Antonini
PERUGIA”Il nuovo episodio di violenza in cui è stata coinvolta la trans indagata per l’omicidio colposo di mio figlio dimostra che questo soggetto non può stare a piede libero. lo sono rimasta sempre in silenzio, era quello che avrebbe voluto Samuele, ma ora torno a chiedere verità. Domando solo questo. Non mi importa della pena che avrà, voglio solo che l’indagata dica davvero come sono andate le cose”. Parla Sonia Sorbelli, la madre di Samuele De Paoli, morto a 22 anni, trovato cadavere in un fosso a Sant’ Andrea delle Fratte il 27 aprile scorso. Sorbelli rompe il silenzio alla notizia dell’aggressione in cui è rimasta coinvolta la trans Patrizia, 43enne, indagata per omicidio colposo. Anche in questo caso si tratterebbe di un litigio con un cliente. “Ci sono troppe cose che non tornano”, continua Sonia. “Io voglio la verità, lo faccio solo per Samuele, non mi interessa altro.
Per questo come famiglia ci siamo rivolti a due avvocati (Valter Biscotti e Brenda Ercolani)”, fa sapere la donna.
Patrizia, all’anagrafe Pinheiro Reis Duarte Hudson, dice di essere stata aggredita da un cliente l’ 11 giugno scorso. Lui si sarebbe rifiutato di pagare. La stessa versione riferita alla squadra Mobile per la morte di Samuele. Solo che in quell’occasione la trans avrebbe reagito prendendo il 22enne per il collo e lasciandolo a terra – ancora vivo secondo quanto riferito dall’indagata – nudo in un canale di scolo di un campo. L’11 giugno invece non avrebbe reagito, fa sapere il suo avvocato, Francesco Gatti. In questa occasione si è recata subito al pronto soccorso, autonomamente, pur non avendo vistose ferite. Ma non ha voluto denunciare l’aggressore.
Il 26 giugno, giorno della colluttazione con Samuele, non ha fatto lo stesso. E’ stata la polizia, che l’ha sentita il giorno dopo, ad accompagnarla all’ospedale di Perugia.
Altro aspetto da approfondire; il furto del cellulare, poi ritrovato. Intanto si è in attesa delle consulenze di parte per l’autopsia: i periti hanno chiesto una proroga di 30 giorni.
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