Il 33enne bastiolo ha scelto un locale in via Los Angeles a Santa Maria degli Angeli per dare vita ai Viaggi di Emme

Mancinelli: “Idea avuta in pieno lockdown, stavo per abbandonare ma è ora che va dimostrato impegno”

Formula In base all’andamento del virus il servizio sarà al tavolo o da asporto

di Giorgia Spitoni
ASSISI Una folata di ottimismo nel comparto della ristorazione, ancora in attesa di risollevarsi dalle forti perdite economiche dovute alle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19. Apre a Santa Maria degli Angeli, in via
Los Angeles 48, I viaggi di Emme. Un ristorante di cucina ricercata che nasce dalla volontà di un giovane cuoco bastiolo di portare in Umbria le competenze culinarie acquisite durante le tante esperienze lavorative fuori
dalla regione. “Ho avuto la fortuna di viaggiare e di conoscere varie tecniche di cottura e arti di impiattamento -racconta il titolare, Matteo Mancinelli di 33 anni (il nome del locale nasce proprio dall’unione delle iniziali del nome e del cognome) -. Senza dimenticare le diverse concezioni del gesto di riunirsi attorno alla tavola, dalla giovialità tipicamente olandese alla passione per la degustazione propria della cultura spagnola. Usi e costumi che hanno arricchito il mio percorso professionale”. Diplomato all’istituto alberghiero di Assisi, Matteo lavora in cucina nel ruolo di aiuto- chef da quando ha 16 anni e dopo due autorevoli impieghi da responsabile all’estero, in Olanda e in Spagna, frequenta corsi avanzati di formazione in panificazione e pasticceria alla scuola Cast alimenti di Brescia, dove ha l’onore di affiancare cuochi di successo come Angelo Biscotti con il quale collabora all’ideazione di startup per il settore alberghiero e ristorativo.“Mi piacerebbe far vivere ai miei futuri clienti – continua – una sorta di immersione esplorativa nel gusto, proponendo piatti all’avanguardia e sempre in linea con i prodotti stagionali e le tendenze in voga”. Un’idea nata in un momento in cui il settore risente pesantemente della crisi. Fatto che però non ha scoraggiato lo chef che spiega di aver maturato l’idea di mettersi in proprio a marzo 2020, in pieno lockdown nazionale. Circostanza che poi lo ha costretto a ritardare di un anno l’inaugurazione dell’attività a causa dell’arrivo in autunno della seconda ondata di Covid-19 e della problematica individuazione di una sede. “Non nascondo che ho pensato perfino di abbandonare il progetto, tanto mi sembrava controversa la sua realizzazione – aggiunge – ma credo che nei momenti di difficoltà sia ancor più importante dimostrare impegno e determinazione. Così ho deciso di coronare il mio sogno”. Al momento sono in corso gli ultimi preparativi per l’apertura del ristorante. Resta da stabilire, come spiega il titolare, se usare la formula del servizio al tavolo o quella dell’asporto. Una scelta che dipenderà dall’andamento del quadro epidemiologico e dalle relative restrizioni che verranno adottate per contenere la pandemia.



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