È un rumeno del gruppo degli spoletini il giovane armato di una chiave inglese che si scagliò contro la Opel Corsa in fuga
di Erika Pontini
PERUGIA E’ ritenuto il provocatore della notte di Ferragosto in cui perse la vita Filippo Limini, 24 anni, picchiato e schiacciato dall’auto in fuga dopo la rissa. Daniel Ionut Tardea , 20 anni, di origine rumena, un precedente per droga, è il giovane del ‘gruppo spoletino’ che si presentò al «Country», già ‘alticcio’. Prima si ‘attaccò’ in pista con alcuni ragazzi e poi, all’esterno, si armò di una chiave inglese durante il litigio con il ‘gruppo di
Bastia’, tanto da spaccare la Opel Corsa, saltare sul cofano durante le drammatiche fasi dell’investimento mortale e ferire il conducente, Brendon Kosiqi. Quest’ultimo ingranò la retromarcia per fuggire e uccise Filippo, già steso a terra a causa di pugni e calci ricevuti. I carabinieri della compagnia di Assisi – guidati dal tenente colonnello Marco Vetrulli – dopo cinque mesi dalla tragedia hanno stretto il cerchio: 5 gli indagati tra gli ’spoletini’ per rissa aggravata dalla morte: per Tardea, la procura di Perugia aveva sollecitato gli arresti domiciliari mentre il gip Natalia Giubilei ha ritenuto di applicare l’obbligo di presentazione alla polizia e il divieto di uscire dalle 20 alle 7. «E’ indubbio – scrive il giudice – che il decesso di Filippo è stata una conseguenza diretta del coinvolgimento nella rissa che ha visto nel Tardea uno dei maggiori partecipi». Quella ricostruita dalle indagini dell’Arma – grazie alle testimonianze degli amici ma senza alcun filmato – fu una notte di alcol e violenza al Country Club di Bastia Umbra. Tardea, detto Bubby, un pugile, faceva parte del gruppo di Limini. Gli amici lo descrivono ‘alticcio’ quella sera tanto da dover essere intervenuti più di una volta dentro il locale per dividerlo da altri avventori. In una circostanza Tardea avrebbe discusso con un amico dei bastioli, di Denis Hajderlliu in particolare (il giovane che sferrato il cazzotto a Limini). A fine serata, all’esterno, si scatenò l’inferno. Quando dopo una lite verbale Tardea si incontrò con Brendon Kosiqi, Kevin Malferteiner e Denis Hajderlliu «Dall’altra parte del marciapiede ho visto Daniel, Emanuel, Denis e Filippo (Limini, ndr) litigare con un altro gruppo», racconta un testimone. E’ in quel momento che scocca la scintilla che degenererà nella morte di Filippo. Kevin racconterà di aver visto una rissa e avrebbe detto a un ragazzo (amico di Tardea) di ‘togliersi….’. Perché l’auto non poteva passare: sarebbero volati pure due schiaffi. Sarebbe quindi intervenuto Tardea minacciandolo (’Mò arriviamo’). Ma dopo l’iniziale rissa i bastioli decisero di scappare: erano pochi. Tardea avrebbe recuperato una chiave inglese per colpire la Opel e lo stesso conducente al braccio. Pochi minuti di violenza cieca: il lunotto spaccato, l’auto massacrata. Mentre Brendon cercava una via di fuga l’amico Denis scese e colpì il primo degli spoletini a tiro: Filippo. Poi, a sua volta, preso a calci dal ’quarto uomo’ estradato dalla Germania dopo la fuga. Il resto è la sequenza dell’orrore: la Opel che tenta di farsi largo mentre Tardea sale sul cofano per spaccare anche il vetro davanti. E, nonostante le urla investe Filippo, a terra esanime dopo i colpi. «Ho iniziato a sbattere con le mani sul cofano per richiamare l’attenzione: ‘Fermati, c’è uno sotto… me l’ammazzi’ è la dichiarazione di un amico. Tutti i testimoni, tranne uno, racconteranno che il guidatore non voleva uccidere. «L’ha fatto solo per cercare di sottrarsi ai violenti colpi che stava subendo»

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