Il presidente del Consiglio Regionale, Marco Squarta
«Familiari che abitano a pochi chilometri l’uno dall’altro non possono incontrarsi per le feste»

PERUGIA «Siamo al paradosso: se un figlio vive a Bastia Umbra non potrà raggiungere i fratelli o gli anziani genitori ad Assisi per il pranzo del 25 e neppure a Santo Stefano. Sono tante le persone separate dai confini regionali e comunali che anche in Umbria si sentono dimenticate perché da mesi non possono vedere i loro cari, prima a causa dei due lockdown e adesso per la lontananza forzata»: è critico sul nuovo Dpcm il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Marco Squarta, Fratelli d’Italia. L’Umbria con i suoi 92 comuni, tra cui piccoli borghi, è destinata a pagare un grosso scotto sul fronte dell’affettività familiare.
Senza contare situazioni anche al limite con abitazione che affacciano su comuni o addirittura regioni differenti. «È a tutti loro – afferma Squarta riferendosi a chi è costretto a rimanere lontano – che va il mio pensiero e pur essendo personalmente favorevole al rispetto delle restrizioni anti Covid, non condivido in alcun modo la decisione del Governo di vietare i viaggi tra Comuni nelle giornate del 25 dicembre, di Santo Stefano e del primo gennaio». Per il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, «l’Esecutivo nazionale avrebbe dovuto tener conto della morfologia territoriale delle varie regioni prima di incidere in maniera così
dura contro gli italiani». «Come può essere consentito a due familiari che abitano a Montesacro e all’Eur, ossia ai poli opposti della più grande metropoli d’Italia – si chiede Squarta -, di trascorrere insieme le festività, e negato allo stesso tempo a chi abita nei comuni confinanti di Assisi e Bastia Umbra di trascorrere insieme i giorni di festa con la propria famiglia, compreso il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno? Non mi sembra troppo logico»

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