Lo chef Enea Barbanera

COSTANO «Non posso accedere a nessun ammortizzatore sociale perché sono stato assunto dopo il 23 febbraio. Chiedo tutele come per gli altri lavoratori». A parlare è Enea Barbanera, chef di 44 anni originario di Costano (Bastia Umbra) che ha dedicato anima e corpo alla sua professione. «Una ragione di vita» che lo ha spinto in varie parti d’Italia e del mondo. Nella sua carriera ha lavorato fianco a fianco con il maestro Gianfranco Vissani, a Baschi: «È stata una bella scuola, anche se dura, non come vogliono farci credere certi programmi tv», per poi insegnare cucina italiana al «Culinary Institute of America», a Chicago. E ancora l’Italia, fino al ritorno nella sua terra, l’Umbria, dove dal primo marzo ha trovato lavoro all’Hotel Nun di Assisi. Dieci giorni intensi, poi la stretta del Governo per contenere il dilagare del morbo e la conseguente chiusura di tutte quelle attività non considerate di primaria importanza, strutture ricettive e ristoranti compresi. Una doccia gelata per chi, come lui, non può essere né licenziato né accedere alla cassa integrazione in deroga. «È come vivere in un limbo – spiega Enea –. Il nostro titolare è arrivato a offrirci un aiuto di tasca propria laddove non riuscissimo ad accedere agli ammortizzatori sociali, ma non può certo essere questa una soluzione». Nell’accordo quadro firmato dalla Regione Umbria per l’accesso alla cassa integrazione in deroga (decreto del 17 marzo), possono accedere all’ammortizzatore quei lavoratori subordinati con qualsiasi forma contrattuale che risultino in forza alla data del 23 febbraio 2020. Ma Enea, come altri cinque dipendenti, è stato assunto nove giorni dopo. «Ho lavorato 12 giorni, essendo stati bloccati i licenziamenti io continuo ad avere un contratto, anche se di fatto non lavoro. Se mi licenziassi io, invece, non potrei accedere all’indennità di disoccupazione». «Quindi, mi chiedo, ad oggi, chi ci tutela? Ci sono molti altri lavoratori nella mia stessa situazione. Stamattina (ieri, ndr) ho avuto un contatto telefonico con i sindacati, forse potrebbe aprirsi uno spiraglio, ma per ora non c’è nessuna norma che ci aiuti». Valentina Scarponi

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